Milano: nozze Gay, decisione di Pisapia non è reato

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Nozze gay, il giudice archivia l’inchiesta: “La decisione di Pisapia non costituisce reato”

Il pm Letizia Mannella aveva già riconosciuto come la mancata attuazione della circolare Alfano che chiedeva di cancellare la trascrizione dei matrimoni contratti all’estero non costituisse abuso d’ufficio

di ORIANA LISO e EMILIO RANDACIO

Archiviazione chiesta e già disposta: si chiude così l’inchiesta della Procura sulla mancata cancellazione delle trascrizioni, nell’Anagrafe cittadina, di dodici matrimoni omosessuali celebrati all’estero. L’ipotesi di reato era quella dell’abuso di ufficio, il fascicolo era contro ignoti: ma il sindaco Giuliano Pisapia aveva dichiarato apertamente che l’ignoto era lui, perché aveva firmato di suo pugno quelle dodici trascrizioni. Il gip Gabriella Manfrin ha accolto la richiesta formulata dal pm Letizia Mannella: per la Procura, infatti, non sarebbe configurabile come abuso d’ufficio la decisione di Pisapia di non obbedire alle disposizioni del prefetto Francesco Paolo Tronca.

Quest’ultimo, in base alla circolare del ministro dell’Interno Angelino Alfano, ha più volte scritto al sindaco chiedendogli di “procedere senza ritardo agli adempimenti conseguenti all’annullamento” delle registrazioni che, ad ottobre, Pisapia aveva fatto, ricevendo dal sindaco un “no” motivato in punta di diritto, ma reiterato. Meno di un mese fa, ad un convegno del Pd, il sindaco aveva annunciato: “Sono indagato dalla procura di Milano per non aver annullato le trascrizioni, come richiesto dalla circolare blasfema di Alfano”. Un annuncio, in verità, smentito dal procuratore capo Edmondo Bruti Liberati: un fascicolo c’era, ma contro ignoti.

Una correzione che non aveva smontato la battaglia di Pisapia: “L’ignoto sono io, perché io ho firmato le trascrizioni, ma chiedo al premier Renzi di annullare la direttiva del suo ministro “. Un appello ancora senza risposta, quello del sindaco: che, però, incassa indirettamente una vittoria con l’archiviazione. La Procura, dopo aver ricevuto un esposto da una (piccola) associazione di pensionati cattolici, aveva disposto alcuni accertamenti, acquisendo le copie delle trascrizioni dagli uffici dell’Anagrafe. Atti che, come ha specificato fin dall’inizio di questa vicenda il sindaco (e come hanno fatto i suoi colleghi di altre città) hanno soltanto valore pubblicistico, perché – in assenza di una legge nazionale – non possono comunque equiparare le nozze omosessuali, anche se regolarmente celebrate in Paesi in cui sono legali, alle nozze eterosessuali.

La chiusura del fascicolo penale raccoglie, ovviamente, gli applausi del centrosinistra, a partire da quei consiglieri del Pd e di Sel che si erano autodenunciati per solidarietà con il sindaco. Ma questo non è il punto definitivo: dopo aver inviato un ulteriore lettera al sindaco, il prefetto potrebbe ancora decidere di procedere direttamente alla cancellazione (ma ci sono molti dubbi interpretativi). Le dodici coppie, assistite da Rete Lenford, non hanno ricevuto alcuna comunicazione e, anzi, sono in attesa – ma di tempo ce n’è: è stata fissata a luglio – dell’udienza di merito davanti alla terza sezione del Tar lombardo: una delle coppie, con il supporto del Comune, ha fatto ricorso contro il decreto del prefetto.

fonte: la Repubblica Milano
http://milano.repubblica.it/cronaca/2015/02/04/news/nozze_gay_il_giudice_archivia_l_inchiesta_la_decisione_di_pisapia_non_costituisce_reato-106507049/