Milano: la lettera di Erika

Erika mi ha inviato questa “letetra aperta:

«Caro Sindaco, sono una ragazza di 22 anni e abito in periferia a Cimiano. Vorrei tanto poter uscire di casa senza essere molestata a parole e infastidita ogni 2 secondi. Vorrei tanto non aver timore di tornare a casa la sera anche solo alle 21 senza che mi si fischi, mi si facciano commenti volgari o che mi si segua. Vorrei tanto che qualcuno si interessi di questa problematica che ha una ragazza nel 99% dei casi per colpa in maggioranza di stranieri. Io ho di fianco via Padova e le assicuro che una ragazza anche in pieno giorno non può camminare in tranquillità. E non come tanti dicono che succede perché ci si veste in modo “volgare” (che non è comunque una giustificazione) poiché io personalmente sono sempre in jeans e maglietta. Sono stanca di stare fuori con l’ansia di venir stuprata da un momento all’altro. Stanca di subire molestie psicologiche e tentati approcci volgari e inauditi. Stanca di dover modificare IO la mia vita e il mio uscire per colpa di queste persone senza rispetto. Sono anche italiani si, ma con una percentuale del 5% e glielo posso assicurare premettendo che sono tutto fuorché razzista. Ma non se ne può davvero più. Io dovrei essere libera e rispettata nella mia città. Tutta questa tolleranza sta portando le donne e le ragazze a essere represse e vittime. Faccia qualcosa e se pensa che io stia esagerando la porterei con me un giorno ad attraversare queste zone per farle provare quello che io e tante altre donne dobbiamo subire quotidianamente. Gradirei una risposta e un interessamento.»

Io ho commentato: “Stranieri o italiani che siano, tu hai diritto di essere rispettata, Erika. E le istituzioni, in primis l’amministrazione comunale, hanno il dovere di fare tutto il possibile affinchè tu abbia ad essere rispettata. Contatta magari il Consiglio della tua Zona e con esso vedete cosa potete fare. Auguri.”  Voi cosa le avreste detto?