Milano: le facoltà scientifiche non possono essere spostate d’ufficio

COMUNICATO STAMPA

Possibile Milano, Sinistra Italiana Est Milano, Art. 1 – MdP Municipio 3 e 4, Rifondazione Comunista Municipio 3, Milano in Comune Municipio 3, Partito Comunista Italiano Municipio 3:

Lo spostamento delle facoltà scientifiche da Città Studi non può decidersi tra le quattro mura del Senato Accademico.

Lo spostamento delle facoltà scientifiche della Statale nell’ex Area Expo è un’operazione strumentale e costosa che non solo lascia un intero quartiere senza certezze sul suo futuro ma rischia di compromettere la gestione dell’Università degli Studi di Milano per i prossimi anni.

Ci domandiamo se sia corretto che soldi pubblici, quelli dell’Università Statale, vengano spesi a totale discrezione degli organi di governo dell’Ateneo, quando su opere di tale entità, sia dal punto di vista dell’impatto urbanistico che da quello economico, sarebbe previsto dal nuovo codice degli Appalti (art. 22, in attesa di decreto attuativo) un dibattito pubblico aperto a tutti i soggetti interessati dal progetto, attraverso una procedura trasparente e democratica.

Il 13 giugno il gruppo parlamentare Possibile – Sinistra Italiana ha depositato un’interrogazione parlamentare a firma dell’On. Civati rivolta al Miur e al Mef chiedendo risposte chiare in merito ai rischi per i bilanci dell’Università derivanti da questa operazione. Si evidenziava già allora la totale assenza di uno studio alternativo che dimostrasse l’effettivo vantaggio per l’ateneo dal trasferimento nell’ex area Expo, a fronte di ingenti spese già sostenute dalla Statale nell’area di Città Studi per la costruzione di nuovi stabili ad uso didattico.

Non si comprende ancora oggi, a distanza di 5 mesi dalla nostra interrogazione, perché la Statale dovrebbe trarre beneficio spostandosi in un’area la cui superficie è la metà rispetto a quella oggi a disposizione delle facoltà scientifiche, senza contare le possibilità di espansione futura che sarebbero garantite all’Università in Città Studi e nei quartieri limitrofi, dove presto sarà riqualificato lo Scalo Lambrate e si libereranno gli edifici oggi occupati dall’Istituto Besta e dall’Istituto dei Tumori.

Chiediamo che sia data voce ai cittadini che stanno dimostrando grande partecipazione e responsabilità su questo tema, così come previsto da una legge che – forse volutamente – oggi è ancora lettera morta