Nel giorno del ricordo dei martiri di Piazzale Loreto forse era meglio solo esserci con la fascia tricolore, il gonfalone e la presenza riconoscente e muta. Perché se invece si aggiunge una dichiarazione dove si ricorda il sacrificio tra gli altri dei partigiani “repubblichini” … “federalisti”…”e persino fascisti convertiti dopo la deriva che il movimento prese”….qualche perplessità ci nasce. I repubblichini erano gli appartenenti alla Repubblica di Salò, sicuri che fossero partigiani? E i federalisti citati erano i seguaci di Spinelli convinti europeisti? E si chiama movimento il regime fascista autoritario e dittatoriale che prese il potere il Italia? E poi vogliamo chiedere cosa sono i trattati internazionali di democrazia e uguaglianza? E ci fate qualche esempio dei comportamenti su cui dobbiamo riflettere che mirano a ledere la dignità altrui? Perché noi qualche idea l’abbiamo, ma leggendo quel comunicato ci viene il dubbio che non siano le stesse, e che non basta mettere le parole pluralismo, libertà, carte costituzionali (chissà perché al plurale, non si parlava di Resistenza italiana?) così a caso qua e là per scrivere un comunicato che abbia un senso. Ultima nota: la Resistenza non è stata un fenomeno.
DAL SITO DEL COMUNE DI SESTO SAN GIOVANNI:
Per il nostro Comune, alla deposizione delle corone sulla stele dedicata ai 15 martiri, era presente l’Assessore Alessandra Magro, che ha dichiarato: “Oggi ricordiamo il sacrificio di tanti uomini, molti dei quali giovani, che diedero la propria vita per difendere la libertà di tutti. Il fenomeno della resistenza ha la particolarità di aver coinvolto trasversalmente, al di là dell’ideologia di ciascuno, giovani uomini e donne che hanno combattuto per restituire alle generazioni future la libertà, un valore che tutti ritenevano talmente superiore da andar oltre il credo politico di ciascuno. Vi furono partigiani cattolici, repubblichini, monarchici, comunisti, socialisti, federalisti persino fascisti convertiti a seguito della deriva che il movimento prese. Proprio nella preservazione di questo diritto fondamentale consiste il ruolo delle Istituzioni – prosegue l’Assessore – il rispetto e la diversità ideologica devono venire garantiti a tutti, nel rispetto delle leggi vigenti. La storia insegna che ogni tentativo di soffocare la libertà fisica e ideologica dei popoli ha sempre incontrato la ribellione di questi. Una società civile si fonda sul pluralismo, sulla convivenza rispettosa di idee differenti purché incontrino il rispetto di tutti quei principi universalmente accolti nelle carte costituzionali e nei trattati internazionali di democrazia e uguaglianza. Ciascuno di noi deve riflettere su quei comportamenti che vengono posti in essere e che mirano, in un qualsiasi modo, a ledere la dignità altrui.”
Data di pubblicazione: 10/08/2017
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