Milano: intervista del Corriere ad Anita Pirovano

Prossime elezioni milanesi: interessante intervista rilasciata dalla segretaria metropolitana di SEL a Maurizio Giannattasio del Corriere della Sera. Anita Pirovano… ha letto cosa dice il segretario del Pd, Alessandro Alfieri: la stagione del 2O11 è chiusa. «Il 2011 non è affatto superato, è un’esperienza ancora in auge ed è la punta più avanzata e innovatrice della politica italiana. E quindi per noi il candidato alle elezioni del 2016 c’è già e si chiama Giuliano Pisapia, anche se abbiamo il massimo rispetto per le sue decisioni». Dal 2O11 è cambiato tutto. A partire dalla grande crescita del Pd che adesso vuole dare le carte. E magari l’asso di picche finisce proprio nelle mani di Sel. «Allora mettiamola così. Chiunque sia il candidato non si parte da zero, non dobbiamo fare passi indietro rispetto alla coalizione. Ricordo che il centrosinistra in passato aveva sempre giocato la carta del candidato moderato, senza risultati. Nel 2011 c’è stata l’intuizione vincente con la rivoluzione gentile capace di parlare a tanti mondi. Bisogna proseguire quel percorso. Vedo, invece, che nella discussione politica c’è la tentazione di ripetere e di imboccare cattive strade». La tentazione di fare fuori Sel «Mi fa piacere che il segretario regionale del Pd, Alessandro Alfieri, dica che c’è la volontà di escludere dal perimetro delle alleanze partiti del centrodestra ma non deve essere solo un’esclusione di etichette». Si spieghi meglio. «Sel ha avuto un’esperienza assolutamente positiva con le liste civiche se per civismo si intende quello arancione, quello vero. Non vorrei invece che dietro la parola civismo si camuffassero liste che espri mono mondi e professioni contigue a Cl. Non è il civismo che intendiamo noi. Non vogliamo ripetere l’esperienza del governo nazionale neanche sotto forme camaleontiche». Le chiedo nuovamente: dal 2O11 sono cambiate molte cose e oggi ci troviamo con un Pd che a Milano ha preso il 45 per cento, mentre Sel, a livello nazionale, non perde occasione per sparare sul premier Matteo Renzi. Come può pensare che si riparta dalla coalizione del 2O11 se non dovesse esserci Giuliano Pisapia «Con il 2011 ci sono differenze e somiglianze. Nel 2010 non esisteva un centrosinistra come progetto nazionale, così come non esiste adesso. Non sono d’accordo con il metodo di esportare a Milano quello che succede a livello nazionale e anche il fatto di aver mantenuta coesa questa esperienza di governo milanese è un elemento di qualità che non deve essere disperso». Come fa a essere così ottimista «Se proseguiamo e ragioniamo su questo vedo grandi possibilità di convergenza. E non ritengo che il 45 per cento o i bicipiti di Renzi siano opzioni praticabili, il punto non è partire dal Pd o da discussioni interne in quel partito, ma dalla coalizione».