mio commento: approfitto dell’ennesima notizia riconducibile alla mala amministrazione del denaro Pubblico per fare tutto ciò che non deve essere assolutamente fatto.
I dati di fatto sono:
– Il paese è sotto la linea di galleggiamento.
– Il ceto medio sta sparendo malinconicamente.
– La Classe Sociale che identifica la parte povera e umile, quella più consistente in termini di numeri, si rimpingua giornalmente.
– I pochi benestanti detengono la maggior parte delle ricchezze.
– Il medio evo nell’era del consumismo non è poi così lontano.
Oltre a queste notizie drammatiche siamo costretti a leggere, tutti i giorni immancabilmente, che troppi amministratori del Bene Comune, il Bene Pubblico, sono indagati per truffe e reati di varia natura.
Io personalmente ne ho piene le tasche di chi predica bene ma razzola male.
Siamo pieni, nel nostro paese, di questi figuri scorretti che pensano esclusivamente ai propri affari e agli affetti personali non dando alcun peso alla moralità e agli impegni assunti in campagna elettorale.
Così facendo prendono in giro gli elettori che hanno dato loro fiducia e i cittadini inermi che subiscono.
Tutto ciò ammazza la democrazia e demolisce lo Stato Sociale di Diritto di tutte e tutti….
E’ necessario interrompere questa deriva.
La Politica con la “P” maiuscola ha il dovere di intervenire per fermare definitivamente questo scempio e ridare ai Cittadini un Paese vivibile pieno di persone oneste.
Mario Piromallo
Milano, il bancario di fiducia di Formigoni indagato per una maxi truffa sui mutui
Francesco Rota, dirigente della Popolare di Sondrio, ritirava personalmente i versamenti in contanti dell’allora governatore lombardo. Incontrò anche Berlusconi per l’operazione immobiliare ad Antigua
di SANDRO DE RICCARDIS
Aveva accesso diretto agli uffici più alti del Pirellone, nelle stanze dell’ex governatore Roberto Formigoni, da cui riceveva ordini e indicazioni su come movimentare il denaro che il politico, ora senatore del Nuovo Centrodestra, gli consegnava in contanti. E aveva incontrato prima i vertici di Fininvest nella sede di via Paleocapa, poi direttamente Silvio Berlusconi, ad Arcore, per raccogliere la garanzia dell’ex premier a favore di un imprenditore ex fallito, e dare il via libera al finanziamento da 10 milioni per la famosa operazione immobiliare ad Antigua. Ora il nome di Francesco Rota, direttore della sede di Milano della Banca Popolare di Sondrio, capo area di Genova e Torino, compare tra gli indagati dell’inchiesta sui mutui e i finanziamenti che, secondo l’accusa, sarebbero stati concessi da un funzionario della banca, Stefano Ramella, in cambio di una retrocessione fino al 20 per cento del denaro erogato.
Nell’inchiesta del pm Maurizio Clerici, del pool che indaga sui reati economici, ci sono diversi indagati tra funzionari di banca e professionisti, che devono rispondere di associazione a delinquere finalizzata alla truffa e corruzione privata. E mentre nessun rilievo penale è stato mosso finora a Rota, sentito sempre come testimone nelle inchieste sui fondi neri della clinica Maugeri e su Banca Arner, nel procedimento sui finanziamenti della Popolare di Sondrio, il bancario è indagato per truffa aggravata.
Dai pm Laura Pedio e Antonio Pastore, che indagano sulla Maugeri, Rota è stato chiamato a spiegare i versamenti cash da parte di Formigoni (che ha un conto personale presso la banca), tra cui quelli da 23mila euro poi finiti alla sua ex fidanzata Emanuela Talenti. «Mi capitava di recarmi al Pirellone, di essere ricevuto da Formigoni e di ricevere dallo stesso somme in contanti per importi variabili, compresi tra 5 e 20mila euro — aveva messo a verbale Rota, durante le indagini — I soldi mi venivano consegnati personalmente da Formigoni negli incontri a quattr’occhi che avevamo al Pirellone. Il taglio delle banconote erano generalmente da 500 euro». Il 21 gennaio scorso, Rota conferma in aula. «Formigoni aveva nella propria disponibilità denaro contante». E racconta che per due bonifici alla Talenti (12mila euro nel luglio 2003, una somma simile un anno dopo), Formigoni avrebbe dato indicazione a Rota, di non fare partire il bonifico dal proprio corrente, ma da uno di transito, in modo che l’ordinante restasse anonimo.
Il ruolo di Rota è di una certa importanza anche nell’operazione immobiliare di Antigua, dove la Popolare di Sondrio finanzia con dieci milioni un imprenditore, Giorgio Rivolta, che aveva subito un fallimento aziendale e non poteva accedere al credito. Tutto si sbocca grazie a Silvio Berlusconi, che garantisce per il finanziamento con una firma raccolta da Rota direttamente ad Arcore. L’8 maggio 2008, il bancario viene convocato nella sede Fininvest di via Paleocapa, dove incontra l’ad Pasquale Cannatelli.
«Cannatelli — dice in Procura tre anni dopo — mi raccontò che era in corso un’operazione ad Antigua con la costruzione di ville di lusso e che il cavaliere Berlusconi era interessato a comprare due ville. Mi presentò Rivolta come dominus dell’operazione. Cannatelli mi disse che vi era l’esigenza di finanziare 10 milioni e mi chiarì da subito che Rivolta non era in grado di accedere autonomamente al credito, anche perché aveva avuto dei problemi in passato. Cannatelli mi disse che Berlusconi era disposto a rilasciare una garanzia personale pari all’importo finanziato — spiega Rota — La preoccupazione della banca non fu di valutare la fondatezza e la rischiosità dell’operazione», anche se «gli elementi di debolezza erano evidenti». Tutto comunque si perfezionerà dieci giorni dopo ad Arcore, il 19 maggio 2008. «Su appuntamento fissato da Giuseppe Spinelli (il ragioniere cassiere di Berlusconi, ndr.) mi sono recato ad Arcore per raccogliere la firma di Berlusconi». E i dieci milioni arrivarono.
A puntare oggi un faro sui finanziamenti della Popolare di Sondrio è stata invece la denuncia di un imprenditore che ha raccontato di aver dovuto restituire una cospicua parte del finanziamento ottenuto, pena la fine del credito. E dopo le perquisizioni negli uffici dei manager della banca, la Finanza sta passando al setaccio istruttorie che vanno dalla erogazione di mutui (anche a immigrati) per un valore di 200mila euro fino a prestiti da due milioni ad aziende, per un volume di pratiche sospette che si aggira intorno agli 80 milioni.
fonte: La Repubblica
http://milano.repubblica.it/cronaca/2015/02/15/news/indagato-107338364/