Milano: emergenza sfratti per 130 famiglie

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Emergenza sfratti a Milano, scade la moratoria: 130 famiglie temono di finire in strada

Sono tutte ‘morose incolpevoli’, ovvero nuclei familiari segnati dalla crisi. La proroga era per convincere i proprietari (privati) a rivedere i contratti. Ma l’accordo non si è trovato

di ORIANA LISO

Avevano ottenuto una proroga dello sfratto di alcuni mesi, perché era stata riconosciuta la loro condizione di morosi incolpevoli, che non riuscivano a pagare l’affitto perché senza lavoro o in cassa integrazione. La proroga doveva servire a convincere i proprietari privati delle loro case a rivedere i contratti, accettando un canone concordato con le garanzie del fondo anti-morosità del decreto Lupi.

Invece, nulla di fatto: per 130 famiglie in queste condizioni non è stata trovata una soluzione. Nessuno dei proprietari ha accettato di convertire il vecchio contratto, né si sono trovati nuovi proprietari di case sfitte disposti a sottoscrivere contratti con canoni più bassi. La morosità, però, è uno dei riflessi principali e più visibili della crisi economica: in quattro anni, a Milano, si è più che triplicata. Gli sfratti per morosità erano 888 nel 2011, sono diventati 2.690 nel 2014. A inizio anno il Comune ha aperto in ogni zona uno sportello dedicato agli inquilini delle case private in condizioni di morosità incolpevole e, a maggio, aveva individuato i 130 casi, segnalati alla prefettura, per i quali sospendere per sei mesi l’esecuzione dello sfratto.

Nel frattempo, infatti, si sarebbe cercata una soluzione grazie alle misure previste dal decreto sulla casa: a Milano sono arrivati 1,5 milioni dal fondo statale anti-morosità, che vengono gestiti dall’agenzia Milano Abitare, assieme ad altri 5,5 milioni di Comune e Regione. “Quel decreto, però, non funziona, perché ha messo regole troppo stringenti che non rassicurano i proprietari che, di conseguenza, non vogliono rischiare di accumulare altre perdite, oltre a quelle pregresse, visto che hanno inquilini morosi da tempo”, spiega l’assessore comunale alla Casa Daniela Benelli. Che aggiunge: “Come Anci abbiamo chiesto al governo di modificare il decreto, per intervenire prima che si arrivi allo sfratto e per creare un fondo unico più flessibile”.

Difficile, adesso, capire cosa accadrà a quelle 130 famiglie, una volta finita la proroga dello sfratto: la loro situazione dovrebbe portarle direttamente nelle liste della case popolari, che però hanno attese lunghissime. Il Comune ha chiesto alla Regione di individuare una quota di case popolari da mettere fuori dalle graduatorie, come ‘polmone’ per esigenze di questo genere. Ma i tempi sono lunghi, perché le case andrebbero comunque prima ristrutturate.

fonte: la Repubblica

http://milano.repubblica.it/cronaca/2015/09/28/news/milano_emergenza_sfratti-123831167/