Ciclisti a scuola di sopravvivenza: come salvarsi dai pericoli di Milano
Furti e forature, come schivare le portiere e non farsi tradire dal pavé: arriva un vero e proprio corso di sopravvivenza organizzato da un ex manager che si è licenziato e si è riconvertito alla causa dei biker urbani.
Come ogni giungla che si rispetti, anche la metropoli ha le sue regole non scritte. E i ciclisti urbani di Milano devono conoscerle, per potersi difendere dalle auto che sfrecciano a tutta velocità sui viali di scorrimento. Dalle portiere che si aprono all’improvviso, dai furti, dalle forature, dai binari e dal pavè. Un codice parallelo a quello della strada, fatto di stratagemmi e piccoli accorgimenti che i ciclisti si tramandano da generazioni, come i consigli della nonna.
Sulla base di questa tradizione orale, c’è chi ha pensato di organizzare un corso di sopravvivenza (gratuito) rivolto ai ‘coraggiosi’ che scelgono di muoversi a Milano pedalando. Luca Rossotti è un ex dirigente di Microsoft che si è licenziato per aprire ‘Velo Station’, negozio-biciofficina in zona Cenisio. Qui, dal 15 febbraio al 21 aprile, tiene le sue lezioni ai ciclisti meno esperti per spiegare come riportare a casa, dopo ogni uscita, pneumatici e pellaccia. “Girare questa città in bicicletta è bello, ma anche pericoloso – spiega – E finché non ci saranno piste ciclabili protette occorre attrezzarsi. Ecco perché abbiamo deciso di organizzare il corso”.
Regola numero uno: scamparla. Oltre alle classiche prescrizioni – casco, luci, specchietto – per aumentare la sicurezza in sella, è fondamentale conoscere il modo giusto di stare in strada. Che non è, questa è la tesi, quello di schiacciarsi sulla destra. “Pedalando un po’ spostati verso il centro della corsia ci sono tre vantaggi: si evitano rischi quando le auto parcheggiate aprono la portiera di colpo, si obbliga chi è dietro a sorpassarci mettendo la freccia a sinistra come con qualsiasi altro veicolo, si diminuiscono le forature. In pochi ci pensano, ma lungo i marciapiedi si raccolgono cocci e materiale appuntito che mette a rischio le nostre ruote”.
Le ricette che saranno illustrate riguardano la sicurezza a 360 gradi: si va dalla cura dell’abbigliamento (i catarifrangenti non saranno alla moda, ma servono a rendersi visibili), a una corretta distribuzione dei pesi (e dei figli) che si decide di trasportare in bicicletta. L’ultima lezione sarà sui furti: “Quali lucchetti usare, come scegliere la catena, ma anche come individuare il palo giusto a cui legarla: perché a Milano non c’è niente di più facile che farsi rubare una bici”.
Fonte: La Repubblica
http://milano.repubblica.it/cronaca/2014/02/02/news/ciclisti_a_scuola_di_sopravvivenza_come_salvarsi_dai_pericoli_di_milano-77533506/