Smog, Pm10 mai così basso a Milano: è l’anno record per la lotta all’inquinamento
Record positivo in città. Legambiente: “Merito delle piogge, ma serve una programmazione seria”. Palazzo Marino: “Anche Area C contribuisce al risultato”. Il rebus dei divieti provinciali
di ILARIA CARRA
Mai così bene. Da dieci anni almeno. Il 2014 non è finito ma già ora si può pensare a quest’anno come al più pulito dell’ultimo decennio. Milano si è presentata al giorno di Natale avendo superato la soglia di legge del Pm10 ‘solo’ per 77 giorni. Un record positivo: nel 2013 erano stati 90 i giorni di sforamento e, andando indietro, il conteggio era quasi sempre in tripla cifra con l’anno nero del 2011 (151), il più recente. Non solo. Perché che il 2014 sia stato un anno di grazia per le polveri sottili — in città ma un po’ in tutta la Lombardia — lo testimonia anche il ritardo con il quale è stato esaurito il bonus di 35 giorni concessi dall’Europa per superare il limite di 50 microgrammi per metro cubo d’aria stabilito per legge: un tesoretto che di solito viene bruciato già a febbraio, ma che quest’anno Milano ha raggiunto ‘solo’ il 9 ottobre. Un trend positivo. Meno polveri quindi?
Il peso del meteo. In realtà nessuno si azzarda a parlare di emergenza finita. Anzi. Il principale merito di quest’anno di tregua, almeno secondo gli ambientalisti, sarebbe (quasi) unicamente legato al clima. «È stata un’annata di piogge eccezionali, fuori dal comune, ecco perché è andata bene», taglia corto il presidente lombardo di Legambiente, Damiano Di Simine. Che aggiunge: «Si chiude una delle annate più piovose che si sono viste a Milano, siamo contenti per l’aria pulita. Ma non è davvero il caso di pensare che la situazione si stia risolvendo». Quest’anno, difatti, di acqua che porta via le polveri ne è scesa almeno il doppio rispetto alla media. Un meteo che da un lato ha fatto esondare ripetutamente Seveso e Lambro, ma dall’altro ha dato una mano all’emergenza inquinamento.
La sequenza. L’ultimo sforamento cittadino è del 23 dicembre, quando alla centralina di Arpa in pieno centro, via Senato, anziché i 50 microgrammi per metro cubo permessi il Pm10 toccava quota 52. Fuori norma solo per la 77esima volta dall’inizio dell’anno. Una sequenza felice, come già era successo l’anno scorso, con 90 giorni. Nel 2013, però, i 35 giorni di tregua concessi dall’Europa per poter essere fuorilegge — prima di valutare un’eventuale infrazione — si erano raggiunti ben prima, al 23 febbraio.
La soglia dei 35 giorni la stabilisce una direttiva europea del 1999: da noi le norme sono entrate in vigore solo nel 2005, perché ci siamo messi in regola nel 2002 con un decreto che per qualche anno è stato, però, un po’ approssimativo. Da allora, a febbraio sempre e puntualmente il bonus si esauriva. Quest’anno, per la prima volta, si è straordinariamente superata l’estate. Molto meglio di dieci anni fa. Il record negativo dell’ultimo decennio tocca al 2005, con 165 giorni di sforamenti.
Le politiche. Un anno di tregua, dunque. Per gli ambientalisti non bisogna però indugiare, ma spingere sulle politiche sostenibili. «La Lombardia e Milano decidano una strategia condivisa che faccia diminuire il dominio della auto private — chiede Di Simine — A Milano ne abbiamo almeno il 20 per cento in più della media europea e non va bene. Bisogna sviluppare le politiche sulla mobilità: investire nel trasporto pubblico locale, estendere Area C, creare zone 30». Nessun miracolo, quindi, piuttosto si approfitti della grazia ricevuta per pianificare.
Va detto, però, che la tendenza nel lungo periodo è quella di un leggero calo delle polveri. Lo osservano anche da Palazzo Marino: «Sicuramente la componente meteo è decisiva e non bisogna mai cantare vittoria rispetto allo smog — ammette l’assessore alla Mobilità e ambiente, Pierfrancesco Maran — ma al di là del risultato di quest’anno c’è un trend di costante riduzione del Pm10 nel corso degli anni. Questo non toglie che in condizioni meteo avverse potremo avere un altro anno negativo, ma va riconosciuto che le misure strutturali messe in atto, da Ecopass in avanti, danno esiti positivi».
Il futuro e i divieti. L’arrivo della neve spinge Arpa a prevedere un calo della concentrazione di polveri sottili nell’aria. Ma bisognerà vedere quanto durerà. I divieti di circolazione dei veicoli più inquinanti imposti dalla Regione dalle 7.30 alle 19.30 nei giorni feriali varranno in automatico fino a metà aprile. Ora c’è da sciogliere un nodo. Perché le uniche altre misure emergenziali che erano state condivise dal territorio sono quelle del protocollo provinciale: un piano che dopo dieci giorni di media di Pm10 oltre i limiti nelle dieci centraline milanesi (dall’inizio dell’anno sono state fuorilegge per 62 giorni, con il record della centralina Pascal Città studi) blocca i diesel Euro 3 e abbassa le caldaie. Ma il 31 dicembre ‘muore’ la Provincia, e bisogna capire che fine faranno queste regole.
L’ormai ex assessore provinciale all’Ambiente Cristina Stancari lancia l’ultimo appello: «Spero che tutto il lavoro fatto non vada perso». E Palazzo Marino, che ha sempre sostenuto il protocollo, sembra intenzionato a seguire questa strada: «Può essere ereditato in automatico dalla città metropolitana — dice l’assessore Maran — poi vedremo in che modo questo passaggio verrà formalizzato». Per il futuro il Comune punta ad aumentare le telecamere — oggi sono 20 — che monitorano ai varchi della città i camion più inquinanti. Mentre la giunta Maroni, che aveva annunciato il blocco dei diesel Euro 3 dal 2016 nei 209 comuni dell’area lombarda più critica per lo smog, sembra voler far marcia indietro.
fonte: Repubblica Milano
http://milano.repubblica.it/cronaca/2014/12/27/news/milano_mai_cos_pulita_pm10_sopra_i_limiti_77_volte_il_livello_pi_basso_dal_2004-103776963/