Primo Maggio, migliaia in corteo a Milano con i sindacati: “Caro Renzi, non siamo sereni”
La sfilata nelle strade del centro aperta con tre lavoratori vestiti come i personaggi del ‘Quarto stato’ di Pellizza da Volpedo. “Conosciamo i problemi del Paese, ma con annunci e spot non si risolve nulla”
“Noi non siamo sereni, caro Matteo Renzi, ma pretendiamo risposte concrete”. E’ all’insegna di questa parola d’ordine che si è tenuta la manifestazione del Primo maggio a Milano. Migliaia di persone sono sfilate in corteo da Porta Venezia a piazza della Scala, dove si sono tenuti gli interventi conclusivi. “Il sindacato è ben consapevole dei problemi del Paese – è stato detto dal palco – e ci impegneremo con tutte le nostre forze per affrontarli e risolverli, ma con annunci e spot non si risolve nulla”
Graziano Gorla, segretario della Camera del lavoro di Milano, ha spiegato che la manifestazione “è la miglior risposta di chi gufa contro di noi”. Un probabile, implicito riferimento a Beppe Grillo, che nei giorni scorsi a Piombino aveva detto che si era assistito “alla morte dei sindacati”. In corteo è sfilata anche una rilettura vivente del celebre ‘Quarto stato’ di Giuseppe Pellizza da Volpedo. Tre lavoratori erano vestiti come i personaggi del quadro. “Abbiamo voluto attualizzare il Quarto stato” hanno spiegato i lavoratori della Filcams Cgil. I tre vestiti erano una commessa, un dipendente di Mc Donald’s e uno della Fnac.
Un richiamo al tema dei diritti dei lavoratori e alla loro sicurezza è arrivato invece dal prefetto di Milano, Paolo Francesco Tronca, nel corso della cerimonia di conferimento delle Stelle ai maestri del lavoro. “Un aumento della produttività deve
significare benessere per tutti, e per primi i lavoratori – ha detto il prefetto – Nessuna esigenza legata all’incremento degli utili può indurre a trascurare il diritto all’incolumità personale e alla salvaguardia della sicurezza dei luoghi di lavoro, ovvero frustrare quelle legittime aspettative che i cittadini, da sempre, ripongono nello Stato”.