Migranti. La voce del mondo cattolico

Dopo la retorica che definisce i migranti che arrivano sulle nostre coste dei “clandestini”, ora la distinzione tra profughi e migranti economici. In che modo distinguere tra profughi e migranti economici? E cosa significa migranti economici? Se scappi dalla fame, dalla siccità, dalla miseria che priva di futuro te e i tuoi bambini, non hai abbastanza titoli per essere considerato meritevole di aiuto? E cosa significa “rimandarli a casa”? Ma lo sappiamo che i rimpatri possono avvenire solo tra Paesi che hanno stilato specifici accordi in questo senso? Lo sappiamo che il costo di un aereo che riporti a casa coloro che non hanno titolo per stare in Italia è talmente alto che la più parte riceve un foglio di via che, anche volendo, quasi nessuno rispetta se non altro per le misere condizioni economiche di questi personaggi? (Caritas Ambrosiana)

Accelerare e semplificare l’iter per il riconoscimento dello status di rifugiato; concedere permessi a carattere umanitario a tempo prestabilito a chi si vede negato tale riconoscimento; riorganizzare e finanziare il sistema dell’accoglienza, anzitutto trasformandolo da ‘straordinario’ in ‘permanente’, con piccole strutture d’accoglienza diffuse sul territorio; potenziare i «canali umanitari». E superare una volta per tutte la legge Bossi-Fini.. (perché).. in realtà, ad essere abrogata, è stata solo la parte della Bossi-Fini che prevede il reato di ingresso illecito in Italia. L’arresto viene mantenuto per gli immigrati che rientrano nel nostro Paese dopo un provvedimento di espulsione. (L’avvenire)