Mentre le statistiche confermano il crollo degli arrivi in Europa nel 2017 e la legge sullo “Ius soli” è tristemente naufragata, tanti restano i fronti aperti nella battaglia per restare umani.
La cosiddetta “emergenza migranti” sembra essere scomparsa dal dibattito pubblico.
Lo stesso centro-destra, forse galvanizzato dai sondaggi o forse in queste ore affaccendato in questioni decisamente più importanti come la compilazione delle liste dei candidati e la spartizione delle poltrone immaginandosi già una vittoria alle elezioni politiche del 4 Marzo, sembra aver dimenticato la questione. Gli slogan di questi ultimi anni “Italia agli Italiani”, “Prima i poveri Italiani” (come se poi, qualcuno si fosse mai veramente occupato degli Italiani poveri…ma questa è un’altra faccenda…), sembrano essere stati messi in soffitta in attesa comunque di essere ritirati fuori al primo momento utile.
Le statistiche a livello europeo ci dicono che il flusso migratorio, la tanto millantata “invasione”, nel 2017 è crollato. Gli accordi con la Turchia e con la Libia per appaltare la gestione del problema sembrano aver funzionato.
Il piano di Minniti pare quindi essersi realizzato a metà.
Dopo l’accordo con le varie fazioni libiche gli sbarchi si sono sicuramente ridotti, ma questo non sembra aver dato nessuna spinta di popolarità al Partito Democratico.
Anzi, i sondaggi attuali sembrano darlo al di sotto dei risultati delle elezioni politiche del 2013.
Stordito dalla batosta referendaria, colpito dalla scissione e impegolato nelle polemiche relative alle crisi bancarie il PD, almeno fino ad ora, non sembra essere riuscito ad intestarsi il “successo” del calo degli arrivi. Come a dire che quando si imita la destra gli elettori sembrano sempre scegliere l’originale.
Sicuamente la figuara di Minniti, nella sua capacità di giocare su due tavoli, quello della sicurezza e quello della politica estera, esce rafforzata. Il Ministro degli Interni è ormai legittimato a ricoprire il ruolo di “uomo forte” a sinistra. Sempre pronto ad essere utilizzato in caso di stallo come “riserva della Repubblica”.
E se si parla di politica estera non si può pensare alla missione in Niger, passata praticamente sotto silenzio visto che la discussione politica si è svolta in periodo di vacanze natalizie.
Lo scopo ufficiale è quello di addestrare gli uomini degli appartati di sicurezza nella lotta contro il terrorismo (la missione francese in Mali insegna…).
Lo scopo ufficioso e neppure troppo nascosto è quello di bloccare le carovane di migranti stringendo la rete dei controlli col confine libico.
Costo attuale della missione: 30 milioni di euro.
Se però il nostro sguardo si sposta dai “grandi giochi” della politica e si posa sugli esseri umani che continuano a lasciare i loro paese in cerca di una vita migliore lo scenario rimane drammatico.
In meno di una settimana si è assistito a due attachi incendiari contro strutture che avrebbero dovuto ospitare dei rifugiati. In uno scenario molto simile a quello in corso in Germania in questo ultimo periodo….per continuare a leggere cliccare:
Migranti 2018 – I tanti fronti della battaglia per restare umani