Messico: protesta per i 43 studenti trucidati

Messico, incidenti durante protesta per i 43 studenti trucidati

In fiamme decine di auto, i giovani fanno irruzione nella sede del governo dello Stato di Guerrero. Diventa una caso una frase del procuratore Murillo Karam: “Basta, sono stanco”. E sui social la frase diventa simbolo della protesta.

ROMA – Alcuni giovani messicani hanno dato alle fiamme una decina di auto e fatto irruzione nella sede del governo dello stato di Guerrero, nel sud del Messico, dopo l’annuncio della conferma dell’avvenuto massacro di 43 studenti, “desaparecidos”, di Iguala ad opera di tre sicari del gruppo narcos Guerreros Unidos.

Oltre un migliaio di studenti con il volto coperto sono entrati nella sede delle autorità locali armati di pietre e bastoni, hanno mandato i vetri in frantumi, scritto slogan sui muri e dato fuoco ad alcuni veicoli. “Vivi li hanno portati via e vivi li vogliamo”, recitava una delle scritte lasciate dai manifestanti. “I miei fratelli vengono assassinati e tu mi dici di stare tranquillo”, si leggeva su un’altra. L’azione di protesta non ha provocato alcun ferito.

I familiari delle vittime non credono alla versione ufficiale del governo e pretendono le prove. Da diverse settimane studenti ed insegnanti conducono una campagna di protesta contro il governo. E ieri Amnesty International ha definito la vicenda “un crimine di Stato”.

Ieri il procuratore generale federale, Jesus Murillo Karam, ha reso noto che tre uomini arrestati nei giorni scorsi nell’ambito dell’inchiesta hanno confessato di essere gli esecutori della strage. Sono stati uccisi da sicari del gruppo di narcotrafficanti Guerreros Unidos i 43 studenti scomparsi lo scorso 26 settembre da Iguala, nello stato messicano di Guerrero. E i loro corpi sono stati dati alle fiamme.

Il caso: “Basta, sono stanco”. Una frase del procuratore generale messicano Jesus Murillo Karam, pronunciata alla conferenza stampa in cui è stata annunciata la morte dei 43 studenti scomparsi a Iguala, sta facendo il giro del web ed è diventata una delle principali tendenze di Twitter. “Ya me cansé” (ossia “Basta, sono stanco”) ha detto il procuratore a un certo punto dell’incontro con i media, dopo l’ennesima domanda di un giornalista, andando via d’improvviso. Nel giro di poche ore la frase ha iniziato a essere utilizzata su internet, su Twitter e anche all’interno di murales da parte di coloro che protestano contro le autorità per come hanno gestito il caso. Molte le frasi contro la potenza dei narcotrafficanti in Messico, come “Basta, sono stanco di vivere in uno Stato di narcos”, oppure “Basta, sono stanco dei politici corrotti”.

fonte: la Repubblica

http://www.repubblica.it/esteri/2014/11/09/news/messico_studenti_trucidati_incidenti_in_stato_di_guerrero-100112401/?ref=HREC1-12