Ariston, il ramo di Vittorio esce. Al fratello Francesco l’8,7% dei termosanitari Così si chiude l’ultimo legame azionario tra le due famiglie marchigiane
di Carlo Turchetti
MILANO L’accordo è già stato raggiunto tra i due rami cugini della dinastia di Fabriano, seppure dopo un supplemento di confronto sui tempi e l’eventuale rateizzazione del pagamento. Si attende solo il via libera del tribunale di Ancona chiamato ad autorizzare gli atti di disposizione del patrimonio di Vittorio Merloni, da tempo malato, assunti dal figlio Aristide in veste di tutore legale dell’ex presidente di Confindustria. Poi si potrà dare seguito alla proposta irrevocabile che la Merloni holding, la capofila del gruppo Ariston Thermo guidata da Francesco Merloni, 90 anni, ha presentato ai familiari del fratello e che è stata accettata dai gemelli Aristide e Andrea con le sorelle Maria Paola e Antonella, i quattro figli dell’altro patriarca. L’assegno negoziato è di 69 milioni di euro che verranno pagati in un’unica soluzione in cambio dell’8,7% che Vittorio Merloni aveva mantenuto nel gruppo dei termosanitari anche dopo la separazione delle rispettive attività decisa negli anni 70, con gli elettrodomestici della Indesit da una parte e, dall’altra, gli scaldabagno e le caldaie.
In pratica sarà la stessa Ariston Thermo, grazie alla robusta cassa aziendale che sfiora 94 milioni, a ricomprare come azioni proprie la quota dell’altro ramo in virtù di un’intesa resa possibile anche grazie ai professionisti vicini alla dinastia, come nel caso di Angelo Casò, presidente del patto di sindacato di Mediobanca. Per questo il viatico determinante è stato quello di Paolo Merloni, 47 anni, presidente esecutivo del gruppo da 1,34 miliardi di fatturato e cugino dei quattro esponenti più o meno coetanei dell’altro ramo fabrianese. E la soluzione ha richiesto l’esame da parte del board Ariston in cui siedono esponenti ben conosciuti come il banchiere della Bnl Fabio Gallia, l’ex manager Luxottica Andrea Guerra e Gianemilio Osculati. Con l’uscita dal gruppo dei termosanitari, i discendenti di Vittorio Merloni liquidano l’ultima partecipazione industriale rimasta in famiglia dopo la vendita della Indesit agli americani della Whirlpool, in questi giorni al centro delle cronache sindacali per il piano di riassetto che contempla oltre 2 mila esuberi. Nell’estate scorsa il colosso con base nel Michigan aveva pagato 550 milioni per il 44% in mano alla Fineldo, la cassaforte della famiglia di Vittorio, anche qui con l’avallo del Tribunale al figlio nominato tutore legale.
fonte: il Corriere della Sera
http://www.corriere.it/economia/15_maggio_24/merloni-mossa-thermo-cc425a0c-024c-11e5-8422-8b98effcf6d2.shtml