Mercato elettrico in cortocircuito

Mercato elettrico in cortocircuito

La liberalizzazione risale al 2003, ma i vantaggi ancora non si vedono e dello sperato effetto concorrenza che ha fatto crollare le tariffe dei cellulari e dei collegamenti web non c’è traccia. Chi ha preferito rimanere con il vecchio gestore, certifica il Garante, ha risparmiato anzi fino al 20%. E come se non bastasse, la percentuale di bollette calcolate sui consumi presunti, a forza di conguagli, resta altissima. Colpa del peso eccessivo delle tasse e dei soliti pasticci all’italiana, con il 100% dei contatori non ancora certificato legalmente

di LUCA PAGNI e MONICA RUBINO, video LIVIA CRISAFI

L’effetto telefonini è rimasto un sogno

Contatori elettronici, ma la bolletta resta pazza
Il costoso naufragio tra Scilla e Cariddi
Tariffe, si cambia: favoriti i grandi consumatori

L’effetto telefonini è rimasto un sogno
di LUCA PAGNI
MILANO – Le liberalizzazioni hanno funzionato per i cellulari e i collegamenti internet. Dove le tariffe sono continuate a scendere anno dopo anno. Pur con qualche ritardo, si sono imposte anche nel settore finanziario (banche e assicurazioni), soprattutto dopo l’avvento dei servizi on line. Persino nei collegamenti ferroviari dell’Alta velocità l’ingresso di un secondo operatore (fatto unico in Europa) ha avuto il merito sia di migliorare il servizio sia di abbattere il costo del biglietto. Dove l’apertura alla concorrenza non ha raggiunto il suo scopo, se non in misura poco incisiva per le tasche delle famiglie, è il mercato dell’energia elettrica. Dove l’ex monopolista continua ad avere un peso preponderante su tutti gli altri e non c’è mai stata una vera guerra di offerte grazie alle quali un consumatore attento avrebbe potuto trarre benefici e risparmi.

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fonte: La Repubblica