MATTEO FAGO6 FEBBRAIO 2020CULTURAOPINIONIPOLITICARIVISTASOCIETÀ
Qualche giorno fa è mancata una cara amica e una compagna di una vita. Giulia Ingrao era la sorella del più che famoso Pietro Ingrao. Uno dei grandi padri del Pci. Un eretico che è però sempre rimasto fedele alla linea del partito. Non ne è mai uscito.
Giulia, sua sorella, è stata un’insegnante di scuola. Quando era bambina ha fatto la staffetta per i partigiani a Roma, nella guerra non guerreggiata che si faceva a Roma.
Portava lettere e pacchetti da una parte all’altra della città, rischiando la vita tutti i giorni. Lo racconta lei stessa in alcuni video che si possono vedere in rete in questi giorni.
Lei stessa racconta di come il suo fosse un inconsapevole eroismo. Il suo era un amore per il fratello. Che vedeva come qualcuno di grande, di straordinario, di impegnato in qualcosa di grande. Qualcuno che aveva l’ambizione di cambiare il mondo.
Giulia era una donna bellissima. Energica, mai ferma. A 85 anni diceva: «Io non ho fatto abbastanza, sento di poter fare di più». La depressione era una cosa a lei sconosciuta.
I suoi occhi grandi e il suo sorriso avevano una forza speciale. Era una donna che amava le persone. Tutte le persone a cui voleva bene in un modo assoluto. Giulia aveva una fiducia sconfinata negli altri.
A me e a Lorenzo Fagioli, editori dell’Asino d’oro, quando ci incontrava, in occasione delle grandi presentazioni che organizzavamo per i libri di Massimo Fagioli, diceva sempre: «Voi siete grandi! Continuate così! È importante quello che fate!» guardandoci con un sorriso che riempiva il cuore… e i suoi occhi grandi e spalancati… commossi per l’amore per la vita e per la realizzazione degli altri.
Giulia era la gioia di vivere fatta persona. Metteva sempre davanti a tutto una umanità a cui non rinunciava mai. Mai, in nessun caso.
Lei stessa racconta di come in gioventù, ad una riunione con i compagni del Pci a cui aveva aderito entusiasticamente durante e dopo la guerra, aveva litigato con chi diceva che era più importante la linea del partito che attivarsi e fare delle cose per gli studenti di una scuola che avevano bisogno di aiuto. «Se non si può discutere di queste cose che sono importanti, allora vaffanculo!». E se ne andò per sempre dal partito. Per lei le persone e le loro esigenze venivano prima di tutto.
Potremmo dire che lei e il fratello hanno rappresentato qualcosa di grande per la sinistra italiana. Dico la sinistra italiana e non gli ex-comunisti soltanto perché entrambi hanno avuto un significato molto al di là degli iscritti e votanti il Pci.
Ma tra i due c’era una differenza sostanziale.
Giulia aveva capito che la realizzazione umana non è solo nella soddisfazione dei bisogni. Non è solo una questione razionale. Venivano prima le esigenze!…per continuare a leggere cliccare: https://left.it/2020/02/06/meravigliosa-giulia-partigiana-e-ribelle/