Maurizio Landini lancia la coalizione sociale “fuori e non in competizione coi partiti”. Ecco il manifesto
L’appuntamento è per il 6 giugno, in un auditorium nella zona di San Giovanni a Roma. A quasi quattro mesi dall’annuncio, dopo un intenso lavoro con reti e associazioni nazionali e territoriali, Maurizio Landini lancia la sua coalizione sociale. Una due giorni a Roma, il 6 e 7 giugno, organizzata per gruppi di lavoro e convocata da un documento. Circa seimila battute, una sorta di manifesto, unica formalità, unica carta ufficiale di un esperimento che volutamente continua ad avere contorni indefiniti. La creatura pensata dal leader della Fiom, insieme a Stefano Rodotà, continua infatti a essere un’aggregazione che non vuole diventare partito, un movimento “al di fuori e non in competizione rispetto ai partiti, organizzazioni politiche o cartelli elettorali”, si legge in fondo al documento che Huffington Post pubblica qui. Punta al vertice della Cgil? Chissà, ufficialmente no.
“Non lasciare nessuno da solo è la prima ragione che ci porta a intraprendere questo percorso per cambiare il paese e l’Europa, formulare proposte e batterci per un’alternativa concreta alle divisioni e alle solitudini in cui ogni persona rischia di essere abbandonata”, recita il manifesto della coalizione sociale. E’ stato formulato nel corso di assemblee in casa Fiom, emendato tra le varie associazioni che parteciperanno alla due giorni romana, lungo e infinito processo che porta dritto al weekend subito dopo le amministrative del 31 maggio.
Obiettivo: la realizzazione di “un modello d’impegno che si manifesti e qualifichi a partire dai territori, dai luoghi di lavoro e si caratterizzi per il fatto che ciascuno di noi offrirà il contributo delle proprie migliori pratiche e dei propri saperi e sulla base di tali principi in reciproca autonomia aderirà alle campagne per obiettivi comuni che insieme decideremo di avviare”. E’ la mediazione per chi come Libera e Emergency vogliono mantenere un profilo il più possibile autonomo dalla coalizione sociale e partecipare solo a campagne comuni. Lavoro, ambiente, beni comuni, diritti dei migranti e delle minoranze, reddito che “metta le persone al riparo della povertà”, Costituzione che “va applicata per renderla davvero operativa”: sono alcuni punti del manifesto.
“In una società fondata sull’individualismo e sulla competizione tra le persone è necessario unirsi, fare rete, coalizzarsi – si legge – Dopo anni di crisi economica, sociale e ambientale, di politiche di austerità, sappiamo che nulla può tornare a essere come prima, ma proprio per questo pensiamo sia possibile immaginare un futuro di solidarietà e giustizia. Consapevoli che nessuno di noi può farcela da solo a cambiare il corso degli eventi, che per evitare scelte individualistiche o corporative sia necessario unire le forze e l’impegno”.
Ecco il testo integrale del documento:
Associazioni, movimenti, sindacati, donne e uomini che in questi anni si sono battuti contro le moltecipli forme d’ingiustizia, di discriminazionee di progressivo deterioramento dei diritti,decidono oggi di promuovere un cammino comune. In una società fondata sull’individualismo e sulla competizione tra le persone è necessario unirsi, fare rete, coalizzarsi. Dopo anni di crisi economica, sociale eambientale,di politiche di austerità, sappiamo che nulla può tornare a essere come prima, ma proprio per questo pensiamo sia possibile immaginare un futuro di solidarietà e giustizia. Consapevoli che nessuno di noi può farcela da solo a cambiare il corso degli eventi, che per evitare scelte individualistiche o corporative sia necessario unire le forze e l’impegno.
In questi anni le politiche europee e dei governi nazionali hanno liberalizzato il mercato del lavoro, ridotto gli spazi di cittadinanza, privatizzato la formazione, la sanità, i beni comuni e i servizi pubblici,avvelenato città e territori, impedito ogni politica industriale, ogni valorizzazione della conoscenza per tutti.Con l’obiettivo dichiarato di uscire dalla crisi. Così non è stato: il lavoro manca o è sempre più precario e povero, anche il lavoro autonomo e le professioni soffrono profondamente gli effetti della crisi, mentre quelle politiche hanno indebolito la democrazia, affidando a organismi tecnocratici il governo della vita concreta delle persone, dei loro bisogni e speranze. In Europa e in ogni suo singolo paesericchezza e potere sono sempre più concentrati nelle mani di pochi e aumenta il numero di coloro che sono spinti sotto la soglia della povertà. La corruzione e l’economia illegale sono ormai parti costitutive di un modello di società in cui le persone e l’ambiente sono sempre più una variabile del mercato, saccheggiando le risorse del pianeta e modificandone il clima.
Ciascuno di noi, in questi anni, in associazione o da solo, ha fatto i conti con tutto questo, provando a difendere i diritti che altri prima di noi avevano conquistato e che consideravamo storicamente acquisiti e i principi della nostra Costituzione, mai pienamente applicata e oggi progressivamente stravolta. E’ arrivato il momento di rivitalizzare la partecipazione alla vita pubblica sulla base di alcuni fondamentali valori e obiettivi.
Il lavoro non è una merce ma un diritto per tutti, base di un’esistenza libera e dignitosa; l’ambiente e i beni comuni vanno tutelati, come patrimonio collettivo non privatizzabile, anche attraverso percorsi di rigenerazione urbana e sviluppo locale, fonti di uno sviluppo e di un sistema energeticodiversi per migliorare la qualità della vita di ciascuno; il diritto alla salute, all’istruzione, alla cultura,alla casa, alla pensione e all’assistenza devono essere assicurati a tutti da un sistema pubblico ed efficiente per costruire l’uguaglianza nella cittadinanza anche attraverso un fisco più equo e coerente con i principi costituzionali; per ridurre le disuguaglianze va garantito un reddito che metta le persone al riparo dalla povertà;il superamento del divario Nord-Sud è un obiettivo irrinunciabile di un paese più giusto; i diritti dei migranti, dei rifigiati e delle minoranze vanno tutelati promuovendo diritti di cittadinanza uguali per tutti;le mafie, le economie criminali, la corruzione vanno combattute con leggi adeguate, con la confisca e l’uso sociale dei beni, con politiche che trasformino la società della diseguaglianza e dei privilegi in società dei diritti e delle opportunità; la scuola va rimessa al centro dell’attenzione politica e ripensata, oltre che nei saperi, nella sua funzione formativa; la Costituzione va applicata per renderla davvero operativa; è necessario che l’Italia si adegui alle più avanzate legislazioni europee riformando il codice penale e abolendo i maltrattamenti inumani nelle carceri; l’Europa va sottratta alle logiche tecnocraticheche con il ricatto del debito impongono politiche d’austeritàe riportata al senso di solidarietà, di collaborazione, di pacifica e rispettosa convivenza tra i popoli, nel ripudio della guerrae di ogni forma di xenofobia e razzismo, nella condivisione di opportunità e di comune crescita culturale.La risposta alla crisi climatica può diventare il volano di un nuovo modello di sviluppo liberato dalla dipendenza delle fonti fossili, dal saccheggio del pianeta e che comprenda la conversione dal modello agroindustriale a produzioni agroecologiche.
A partire da questi obiettivi proponiamo alle associazioni, ai movimenti, ai sindacati, ai singoli
cittadini di mettere in comune esperienze di azione, volontariato,mutualismo, competenze, intelligenze per affrontare in modo solidale nei luoghi di vita e lavoro un cammino che con la partecipazione e il protagonismo delle persone conquistigiustizia e dignità: la coalizione sociale, con l’obiettivo di riunificare e ricostruire i diritti di cittadinanza delle donne e degli uomininel lavoro e nella vita, di ricucire lo strappo che si è creato nel tessuto sociale e quindi di rafforzare la democrazia.
Non lasciare nessuno da solo è la prima ragione che ci porta a intraprendere questo percorso per cambiare il paese e l’Europa, formulare proposte e batterci per un’alternativa concreta alle divisoni e alle solitudini in cui ogni persona rischia di essere abbandonata.Vogliamo dimostrare –come ha compreso il movimento delle donne-che si può far politica attraverso un agire condiviso tra soggetti diversi, rimotivare le persone a occuparsi dell’interesse generale nello spazio pubblico -al di fuori e non in competizione rispetto a partiti, organizzazioni politiche o cartelli elettorali –realizzando un modello d’impegno che si manifesti e qualifichi a partire dai territori, dai luoghi di lavoro e si caratterizzi per il fatto che ciascuno di noi offrirà il contributo delle proprie migliori pratiche e dei propri saperi e sulla base di tali principi in reciproca autonomia aderirà alle campagne
fonte: Huffington Post
http://www.huffingtonpost.it/2015/05/21/maurizio-landini-coalizione-sociale_n_7389458.html?utm_hp_ref=italy