“Le lezioni più tragiche della storia vanno richiamate alla conoscenza e alla riflessione delle giovani generazioni, affinché, nel dialogo, cresca la consapevolezza del bene comune“. Puntuali le parole del Presidente Mattarella in memoria di quel 16 ottobre del 1943 che fu un sabato tragico per la storia della nostra nazione. Venne infatti resa operativa la deportazione degli ebrei già rinchiusi nel ghetto di Roma. Quella data sancì l’inizio, dopo che il regime fascista si allineò alle leggi razziali di Hitler, della deportazione ebraica italiana, legittimata dal Duce. Furono più di duemila gli ebrei deportati nei mesi successivi, a partire da quel 16 ottobre in cui dueento ragazzi vennero strappati alle loro famiglie e non fecero mai più ritorno a casa. Per non dimenticare.
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“Il sacrificio, la tribolazione, il martirio di tanti innocenti, è un monito permanente alla nostra civiltà, che si è ricostruita promettendo solennemente “mai più” e, tuttavia, ogni giorno è chiamata a operare per svuotare i depositi di intolleranza, per frenare le tentazioni di sopraffazione, per affermare il principio dell’eguaglianza delle persone e del rispetto delle convinzioni di ciascuno”. Così il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione della ricorrenza della deportazione degli ebrei a Roma. “Il 16 ottobre 1943 fu un sabato di orrore, da cui originò una scia ancor più straziante di disperazione e morte: la deportazione degli ebrei dal ghetto di Roma costituisce una ferita insanabile non solo per la comunità tragicamente violata, ma per l’intero popolo italiano”. “In questo giorno di memoria e raccoglimento – prosegue il Capo dello Stato – la Repubblica si stringe alla Comunità ebraica italiana, ai parenti, ai discendenti dei deportati, poi torturati e uccisi, e rinnova il proprio impegno per rafforzare i valori della Costituzione, che si fonda sull’inviolabilità dei diritti di ogni persona e che mai potrà tollerare discriminazioni, limitazioni della libertà, odi razziali. Fu l’inizio anche in Italia, favorita dalle leggi razziali varate dal regime fascista, di una caccia spietata che non risparmiò donne e bambini, anziani e malati, adulti di ogni età e condizione, messi all’indice solo per infame odio. Oltre duemila italiani di origine ebraica scomparvero da Roma in pochi mesi, costretti nei treni della morte verso i campi nazisti. Davanti all’Olocausto – abisso della storia – torniamo a inchinarci. Il ricordo non può non fermarsi sui duecento ragazzi, strappati quella mattina di ottobre dalle loro case, attorno al Portico d’Ottavia: nessuno di loro riuscì a sopravvivere e a fare ritorno nella terra dei loro padri e dei loro giochi. Le lezioni più tragiche della storia vanno richiamate alla conoscenza e alla riflessione delle giovani generazioni, affinché, nel dialogo, cresca la consapevolezza del bene comune”.
Fonte: https://www.huffingtonpost.it/2018/10/16/mattarella-ricorda-la-shoah-e-un-monito-perenne-alla-nostra-civilta_a_23562212/?utm_hp_ref=it-homepage- da Ansa