Inchiesta Maroni, il governatore chiede rito immediato su caso dei contratti a collaboratrici
Il legale: “La decisione per avere sentenza in tempi brevi e dimostrare l’inconsistenza delle accuse”. La vicenda legata alle presunte pressioni per favorire le due, tra cui la donna con la quale avrebbe avuto, secondo il pm, una relazione affettiva
“Il presidente Maroni rinuncia all’udienza preliminare. Questa mattina ho presentato, presso la cancelleria della dottoressa Valori, istanza di rinuncia all’udienza preliminare e richiesta di rito immediato”. Lo riferisce in una nota l’avvocato Domenico Aiello, difensore del presidente della Regione Lombardia in merito all’inchiesta della Procura di Milano su presunti favori nell’assegnazione di due contratti. Si tratta dell’inchiesta sulle presunte pressioni esercitate per far ottenere un lavoro e un viaggio a Tokyo a due sue ex collaboratrici che vede indagati Maroni e altri cinque, tra cui la società Expo 2015 spa e il suo dg Christian Malangone. Il gup ha tempo cinque giorni (il termine comunque non è perentorio) per firmare il decreto con cui disporrà il giudizio immediato. Il giudice contestualmente fisserà anche la data in cui comincerà il dibattimento.
“La decisione – spiega l’avvocato Aiello in una nota diffusa dall’ufficio stampa della Regione Lombardia – ha lo scopo di avere il prima possibile una pronunzia nel merito, senza altri passaggi interlocutori, davanti ad un giudice terzo e indipendente, che accerti i fatti nella loro reale portata. Il dibattimento è infatti la sede più idonea (se non l’unica) per consentire alla difesa tempi e mezzi necessari per dimostrare la assoluta legittimità del comportamento del presidente Maroni e dei suoi collaboratori e la totale inconsistenza della prova in questi mesi prodotta dal pm sostegno della tesi d’accusa”.
Secondo Aiello, “in tutta la sua lunga attività politica e istituzionale il presidente Maroni ha sempre ritenuto la propria condotta immune da censure e perfettamente rispettosa della legge: questo vale naturalmente anche per l’inchiesta della Procura di Milano che lo vede coinvolto. Sono convinto – conclude il legale che in questo modo potremo avere un processo sereno, giusto, proporzionato a quella che è la reale portata dei fatti contestati”. L’udienza preliminare è fissata per il 30 settembre. Quel giorn, sempre davanti al giudice Valori, due degli imputati, la società Expo 2015 spa e il suo dg Christian Malangone, formalizzeranno, salvo contrordini, la loro richiesta di essere giudicati con rito abbreviato. Il capo della segreteria di Maroni, Giacomo Ciriello, Andrea Gibelli, segretario generale del Pirellone e presidente di Ferrovie Nord Milano, e Mara Carluccio, ex collaboratrice al Viminale di Maroni, da quanto si è saputo, sceglieranno invece il rito ordinario. Lo scorso 21 luglio il pm Eugenio Fusco aveva chiesto per tutti il processo.
L’inchiesta era scattata la scorsa estate a Busto Arsizio (Varese) dall’analisi di alcune intercettazioni nell’indagine su Finmeccanica e poi era stata trasmessa per competenza a Milano. Sotto la lente degli inquirenti era finita, in prima battuta, una presunta raccomandazione che avrebbe portato Maria Grazia Paturzo (non è indagata), collaboratrice di Maroni quando era ministro dell’Interno, a ottenere un contratto come ‘temporary manager’ in Expo e un viaggio a Tokyo (30 maggio-2 giugno 2014) nell’ambito del ‘World Expo Tour’. I due, tra l’altro, come scrive il pm negli atti e come emergerebbe, secondo l’accusa, da alcuni sms, sarebbero stati “legati da una relazione affettiva“. Secondo gli inquirenti, Maroni avrebbe voluto che Paturzo fosse inserita nella delegazione della Regione per il viaggio e che fosse spesata da Expo. Inoltre Maroni è accusato di aver turbato la gara per favorire l’assegnazione di un contratto di collaborazione con Eupolis, ente di ricerca della Regione, a Mara Carluccio, altra sua ex collaboratrice.
fonte: la Repubblica
http://milano.repubblica.it/cronaca/2015/09/25/news/maroni-123659392/?ref=HREC1-13