L’ 8 agosto 1956: nella miniera belga di Marcinelle un incendio provoca la morte di 262 lavoratori.
Una tragedia di 57 anni fa che ha mille volti. Noi abbiamo cercato di sottolineare alcuni di questi volti.
Tragedia della miseria che conosce distinzione e confini: i morti furono di ben 12 nazionalità diverse.
Tragedia a danno degli ultimi: la maggioranza assoluta dei morti erano italiani, la nazione dell’Europa occidentale uscita più danneggiata dalla seconda guerra mondiale.
Tragedia del lavoro: la dinamica dell’incidente evidenziò la totale mancanza di un efficace sistema di prevenzione.
Tragedia annunciata: non vi era un efficace piano d’emergenza, neppure le riserve di acqua per il raffreddamento della miniera erano sufficienti.
Tragedia criminale per l’omissione di soccorso conseguente alla inadeguatezza dei piani di evacuazione che non prevedevano un sistema di accesso soccorritori e risalita dei minatori alternativo agli inutilizzabili ascensori.
Tragedia della giustiza: il lungo processo porto alla totale e completa assoluzione dei titolari della società Bois du Cazier proprietaria della miniera e di tutti i responsabili aziendali.
Tragedia del capro espiatorio: l’unico condannato fu l’operaio italiano di 26 anni che materialmente compì la manovra errata dell’ascensore che diede inizio al concatenarsi degli eventi. Fuggì in Canada di cui non venne mai estradato.
Tragedia del miracolo economico italiano: i nostri 50.000 migranti furono inviati nelle più infernali miniere del Belgio dall’accordo stipulato nel 1946 tra i governi di Roma e Bruxelles. Accordo che li barattava con il carbone necessario alla ripresa economica dell’Italia.
Tragedia da non dimenticare: il riconoscimento di questa catastrofe annunciata in termini di valore della memoria è stato sancito dall’Unesco che ha inserito la miniera tra i siti considerati patrimonio dell’umanità.
Un riconoscimento significativo e quanto mai attuale, basti pensare al continuo e drammatico tributo di vite umane tutt’ora versato dai minatori cinesi. Stessa storia, stesso carbone, stesso miracolo economico pagato dagli ultimi.
Angelo Gerosa