Lupi non lascia: “Sono tranquillo, governo mi appoggia”. Alfano: “Abbiamo piena fiducia in lui”
“Chiederò scusa agli italiani se sarà dimostrato che ho sbagliato”, ha affermato il ministro che in un question time alla Camera ha difeso il suo operato. Protesta M5S, espulso Sibilia. Incalza, uno degli arrestati, lo difende davanti al Gip: “Con lui solo rapporti istituzionali”
ROMA – “Voglio andare in Parlamento e riferire sulle scelte”. Il ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi, a Milano per l’inaugurazione di ‘Made Expo’ dove è stato contestato da un gruppo di persone, non intende fare quel passo indietro che ieri sera sembrava imminente e che oggi invece sembra più lontano dopo il suo coinvolgimento nelle intercettazioni dell’inchiesta sulle Grandi Opere (che non lo vede indagato) avviata dalla Procura di Firenze. Le parole di Lupi sono una doccia fredda per le aspettative di chi nel Pd sta premendo in queste ore – a partire dal premier Matteo Renzi – perché il ministro faccia un passo indietro. Lui ostenta sicurezza e si dice sicuro dell’appoggio dell’esecutivo: “Sono tranquillo, il governo mi appoggia sicuramente”. ha detto alla Camera. E incassa anche la difesa dell’ex superdirigente del ministero finito agli arresti, Ercole Incalza, che al Gip avrebbe riferito di avere avuto con il ministro “solo ed esclusivamente rapporti istituzionali”.
Il question time a Montecitorio. In aula oggi è andato in scena un ‘antipasto’ di quello che potrebbe accadere il giorno dell’informativa: nel question time a Montecitorio, incalzato dalle accuse della deputata pentastellata Mirella Liuzzi, Lupi ha definito ”legittime” le ”richieste di chiarimenti puntuali e rigorosi”. ”Ritengo doveroso e indispensabile e urgente – ha affermato il ministro delle Infrastrutture – che questo avvenga quanto prima in Parlamento”. Poi ha difeso il lavoro svolto al ministero: “Confermo con molta chiarezza e forza che l’obiettivo che in questi mesi ha spinto e ispirato l’azione del mio ministero e del sottoscritto” è stato “da una parte garantire la rapida ed efficiente realizzazione delle opere ritenute necessarie e indispensabili e dall’altra assicurare la massime trasparenza e correttezza di questo processo”. E ha ricordato che “l’ingegner Incalza dal 31 dicembre 2014 non è più direttore dell’unità tecnica di missione e non ha un rapporto di consulenza né un rapporto di collaborazione con il ministero”. Dopo il question time Lupi ha lasciato la Camera per recarsi al Viminale dal ministro dell’Interno Angelino Alfano.
La risposta non è stata ritenuta sufficiente dai deputati M5S che hanno cominciato a urlare “dimissioni, dimissioni” e qualcuno di loro, tra cui Carlo Sibilia, ha mostrato un orologio facendo riferimento implicito al Rolex regalato al figlio di Lupi. Per questo motivo, Sibilia ed Giulia Sarti sono stati invitati dal presidente di turno Roberto Giachetti a lasciare l’aula. Sarti ha chiesto che la mozione di sfiducia sia calendarizzata al più presto. La risposta di Lupi è stata definita uno “schiaffo agli italiani” dal leader M5S Beppe Grillo su Facebook.
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Il ministro all’Expo: “Renzi non mi ha chiesto ‘gesto spontaneo'”Ma le dichiarazioni più importanti il ministro le aveva rilasciate in mattinata a Milano. “Io chiederei scusa, innanzitutto alla mia famiglia, ai miei amici e agli italiani se fosse riscontrato che io abbia fatto un qualsiasi gesto sbagliato e irresponsabile”, ha affermato il titolare delle Infrastrutture, che ha negato di aver fatto pressioni per far assumere il figlio. Poi ha aggiunto: “Non avendo fatto questi gesti, quando si dimostrerà l’opposto ne prenderò immediatamente atto e chiederò scusa a tutti”. Lupi ha negato che il premier gli abbia chiesto un “gesto spontaneo” e sottolinea: “E’ giusto che io debba dare delle risposte politiche. Ho letto da molte parti – ha detto a margine del salone ‘Made Expo’ – osservazioni giustissime sulla politica del ministero e sulla responsabilità che in questi 18 mesi il mio ministero e la mia azione politica hanno avuto per le infrastrutture, dall’altra anche le domande più puntuali che sono emerse come questioni dalle intercettazioni”. Infine si è lanciato in una previsione su quello che potrebbe succedere in Parlamento sulla mozione di sfiducia: “La maggioranza e l’opposizione si spaccheranno o no se quello che uno dirà è convincente o meno”.
Lupi: “Mai fatto pressioni per far assumere mio figlio”
Nei giorni scorsi il ministro delle Infrastrutture aveva respinto ogni addebito sottolineando di non essere indagato e di non aver chiesto nessun favore per suo figlio, come invece sembra emergere dalle carte della procura di Firenze. L’inchiesta “Sistema” ha portato all’arresto del superfunzionario del ministero Ercole Incalza, di altre tre persone e a 51 indagati tra cui alcuni politici accusati per la gestione illecita degli appalti delle grandi opere in quello che i magistrati definiscono un “articolato sistema corruttivo che coinvolgeva dirigenti pubblici, società aggiudicatarie degli appalti ed imprese esecutrici dei lavori”.
La difesa di Alfano. A difendere il ministro ci ha pensato anche il leader di Ncd Angelino Alfano: “Abbiamo piena fiducia in Maurizio Lupi. Riteniamo che ci siano le condizioni per accelerare la sua informativa in Parlamento. Lui è prontissimo e non pensa alle dimissioni”. Le voci sulle dimissioni di Lupi si rincorrono da ieri: anche il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Graziano Delrio aveva parlato di una riflessione in merito del ministro, ma il pressing non sembra per ora aver sortito effetto.
“Maurizio Lupi – ha aggiunto il leader Ncd – è una persona perbene e onesta. Questo è il punto di partenza. Nessun magistrato ha ritenuto necessario indagarlo, nonostante abbiano indagato diverse persone. Io penso che non essendoci una questione giudiziaria, ma visto che alcuni pongono una questione politica, c’è un luogo dove questa vicenda può essere affrontata. Io sono convinto che è giusto accelerare i tempi dell’informativa del ministro Lupi che è prontissimo a riferire in Parlamento su questa vicenda. Ha già detto di volerlo fare dando tutti i dettagli, che del resto ha già fornito. Noi lo sosteniamo perchè abbiamo piena fiducia in lui”. D’accordo per accelerare l’informativa anche il vicesegretario dem Lorenzo Guerini che argomenta: “Sicuramente il Parlamento è interessato a capire, è giusto che Lupi spieghi la situazione che si è venuta a creare. Vedremo, vedremo nelle prossime ore”. Anche il presidente del Pd Matteo Orfini per ora prende tempo: “Ci sono aspetti da chiarire, bene la disponibilità a farlo. Ascolteremo il chiarimento del ministro, poi faremo le nostre valutazioni”. Sul ministro però si abbattono le critiche delle opposizioni: Lega e Sel chiedono che Lupi venga al più presto a riferire in aula, mentre alza il tiro il M5S che, con il senatore Michele Giarrusso, chiede che sia direttamente il premier Renzi a riferire in Parlamento sul caso: “Renzi dovrà dire come mai l’Ncd ha fatto di Incalza e della struttura di missione del ministero di Lupi un centro di potere così importante da aver fatto minacciare all’Ncd la crisi di governo in caso di sua revisione”. Anche il leader Cinque Stelle Beppe Grillo non usa mezzi termini sul blog per chiedere che Lupi se ne vada: “Il M5S è nato per rompere i coglioni ai disonesti, ai corrotti, alle tattiche dilatorie e levantine di un Renzi che un decreto contro la corruzione mai lo farà. Siamo qui per rompervi i coglioni e gente come Lupi deve andarsene e se non lo farà gli romperemo i coglioni”.
Difendono il ministro i colleghi di partito dell’Ncd. Il deputato Fabrizio Cicchitto parla di “due pesi e due misure” da parte delle opposizioni: “Perché giustamente ai sottosegretari indagati non sono state richieste le dimissioni e invece a Lupi, che non è indagato, vengono chieste? E perché le dimissioni non vengono chieste da Sel pure a Crocetta, presidente della regione Sicilia, anch’egli indagato?”. Critiche a Lupi invece dalla minoranza del Pd che chiede un passo indietro: “Il presidente del Consiglio credo abbia chiara la gravità della situazione e ritengo che dovrebbe convincere Lupi ad assumersi le sue responsabilità”, ha affermato su Repubblica Stefano Fassina.
fonte: la Repubblica
http://www.repubblica.it/politica/2015/03/18/news/alfano_difende_lupi_piena_fiducia_non_pensa_a_dimettersi_-109836215/?ref=HRER3-1