FEDERICO TULLI 5 SETTEMBRE 2019 CULTURADIRITTIOPINIONIPOLITICARIVISTASOCIETÀ
Lo sguardo serio di Alessandra Sciurba e di Carola Rackete, la loro forza, il loro coraggio, la fermezza del capitano della nave Eleonore, Klaus Peter Reisch, le gambe tremanti dei profughi scesi a terra dopo giorni in balia delle onde, delle politiche criminali del governo giallonero e dell’indifferenza glaciale di Bruxelles, le coperte termiche luccicanti, la concentrazione dei volontari impegnati nelle operazioni di salvataggio e cura dei naufraghi, le manifestazioni per l’accoglienza nei porti d’approdo e nei centri di tante città, le lenzuola alle finestre e sui balconi di tutta Italia, la voce pacata e la dignità di Domenico Lucano. Fotogrammi di incessante resistenza durante i 14 mesi di incivile disumanità, di illegalità istituzionalizzata, di violazione della Costituzione, della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, dei trattati internazionali sul diritto d’asilo, delle leggi sul soccorso in mare.
Pretendiamo che tutto questo non accada più. E che con un nuovo governo vengano abrogati per ignominia i due decreti sicurezza di Salvini, per iniziare. Già perché, per evitare che accada di nuovo, devono fare la stessa fine tutte le precedenti sciagurate norme sull’immigrazione, a partire dal codice anti-Ong di Minniti, passando per la legge Minniti-Orlando (che solo per dirne una ha eliminato un grado di giudizio per i richiedenti asilo), per i decreti Maroni e così via, fino alla legge Bossi-Fini del 2002, la madre delle norme di inciviltà. Non vogliamo con questo dimenticare che la Turco-Napolitano del 1998 “introdusse” i lager per immigrati, i Centri di permanenza temporanea, dando per prima risposte controproducenti a una questione complessa. Ma è indubbio che attraverso la legge simbolo della destra che da un ventennio opprime l’Italia siano state gettate le basi dell’odio, della paura e della lacerazione sociale che Salvini ha cavalcato dal ponte di comando del ministero dell’Interno (si fa per dire, poiché in 14 mesi è stato più volte in spiaggia che al Viminale) allo scopo di raccogliere consenso e prendere il potere in solitudine. Anzi, per meglio dire, «pieni poteri».
È bene ricordare che introducendo il reato di “clandestinità”, la scellerata Bossi-Fini oltre ad aver favorito il proliferare di trafficanti di esseri umani, da un lato ha creato a tavolino un esercito di lavoratori senza permesso di soggiorno quindi ricattabili e a bassissimo costo, facendo fare in questo modo affari d’oro non solo alle organizzazioni criminali che per esempio controllano la filiera agroalimentare del centro-sud ma anche a tanti “onesti” imprenditori del nord. Dall’altro, la Bossi-Fini ha istituzionalizzato e “socializzato” il razzismo insinuando nell’opinione pubblica una falsa percezione dello straniero, della sua identità, dei suoi bisogni, delle sue esigenze, tramite l’equazione xenofoba “immigrato=delinquente”. E questo in parte aiuta a capire come sia stato possibile che gli ultimi due governi abbiano potuto fare in tutta tranquillità accordi con i libici rendendo di fatto gli italiani complici di deportazioni e torture su donne, bambini e uomini nei lager del grande Paese nordafricano. In tutto questo un ruolo determinante, in negativo, è stato giocato dall’Europa e dal tristemente noto Regolamento “Dublino”…per continuare a leggere cliccare: https://left.it/2019/09/05/lunico-confine-e-tra-umanita-e-disumanita/