L’orgia del potere

Anna Maria Merlo

Grecia: danni collaterali per l’tesa Parigi-Berlino

Aspettando il referendum. Hollande a favore di un accordo prima di domenica. Merkel rifiuta e trascina la Commissione. Juncker: ho dato ordine che nessun commissario parli con la Grecia. I falchi puntano alla vittoria del “si'” per far fuori Tsipras. Tredicesimo Eurogruppo inutile. L’Fmi deciderà la prossima settimana sulla domanda greca di proroga del pagamento, per evitare il default.

Danni col­la­te­rali allo stallo in cui si dibatte la tra­ge­dia greca in que­ste ore: è sal­tato l’accordo di fac­ciata tra Fran­cia e Ger­ma­nia. Angela Mer­kel ha chiuso il dia­logo con Atene, nes­sun nego­ziato “prima del refe­ren­dum”. Men­tre Fra­nçois Hol­lande, ancora poco prima della solenne e dura dichia­ra­zione di Ale­xis Tsi­pras che ha riba­dito il “no” al refe­ren­dum, ha chie­sto “un accordo subito, non si puo’ aspet­tare dome­nica”. La Ger­ma­nia ha tra­sci­nato con sé la Com­mis­sione. L’ambiguo Junc­ker, a fine pome­rig­gio, ha chiuso la porta: “ho dato man­dato per­ché nes­sun com­mis­sa­rio parli con la Gre­cia”. Junc­ker, dopo le ten­sioni dei giorni scorsi, ha cosi’ ritro­vato l’intesa con Donald Tusk, pre­si­dente del Con­si­glio Ue, che ha dichia­rato: “l’Europa vuole aiu­tare la Gre­cia, ma non si puo’ aiu­tare nes­suno con­tro la sua volontà”.

Ieri pome­rig­gio si è tenuto il 13esimo Euro­gruppo sulla Gre­cia, sicu­ra­mente l’ultimo prima del refe­ren­dum. Il pre­si­dente Jeroen Dijs­sel­bloem ha anch’egli chiuso il dia­logo con Tsi­pras: “con que­sto ultimo discorso, ci sono poche pos­si­bi­lità di pro­gresso”, anche se Tsi­pras aveva inviato una let­tera all’Eurogruppo dove si è detto “asso­lu­ta­mente deter­mi­nato a rim­bor­sare il debito estero, in un modo che assi­curi la via­bi­lità dell’economia, la cre­scita e la coe­sione sociale in Grecia”.

Il “là” delle rea­zioni è stato dato dalla Ger­ma­nia. Per Wol­fang Schäu­ble, la Gre­cia “deve chia­rire le sue posi­zioni”. Il mini­stro delle finanze tede­sco pensa che le ultime pro­po­ste gre­che “non sono una base per discu­tere misure serie”. Del resto, Schäu­ble fa finta di non aver capito “cosa vuole vera­mente” la Gre­cia. I fran­cesi sem­bra­vano averlo capito. Hol­lande ha ten­tato di tenere aperto il dia­logo. Il mini­stro Michel Sapin rinun­cia ad accom­pa­gnare Hol­lande nel breve viag­gio in Africa dei pros­simi giorni e resta a Parigi. Anche il primo mini­stro Manuel Valls si è espresso a favore di un “accordo subito”. Invano. Mer­kel ha deciso: “aspet­tiamo con calma i risul­tati del refe­ren­dum”, e rifiuta “un com­pro­messo a qua­lun­que prezzo”. Per la can­cel­liera la Gre­cia non rimette in causa “l’avvenire dell’Europa”, per­ché “l’Europa è forte gra­zie alle riforme degli ultimi anni”. La Ger­ma­nia riba­di­sce la posi­zione sull’euro, che tiene per­ché tutti rispet­tano le regole: “non si tratta di 400 milioni o di 2 miliardi, si tratta dell’Unione come comu­nità di destini, si tratta di comu­nità di diritto e di responsabilità”.

Le cifre della diver­genza tra le ultime pro­po­ste di Tsi­pras, nelle due let­tere inviate a Bru­xel­les – una nella serata di mar­tedi’, l’altra ieri mat­tina – e le posi­zioni dei cre­di­tori sem­brano in realtà molto più vicine: Junc­ker ha addi­rit­tura citato la cifra di “60 milioni”, ma solo per pun­tare il dito con­tro “la man­cata volontà di chiu­dere” del governo Tsi­pras. Ieri, ha regnato un clima di con­fu­sione, ma quello che emerge è la volontà tede­sca di pun­tare alla vit­to­ria del “si’” per far fuori il governo Tsi­pras e tro­vare inter­lo­cu­tori più mal­lea­bili ad Atene. E’ anche la posi­zione dell’Spd: Sig­mar Gabriel è stato ancora più duro con­tro la Gre­cia nell’intervento al Bun­de­stag che ha seguito quello di Mer­kel: “due pro­grammi di aiuti alla Gre­cia sono fal­liti – ha detto – abbiamo sot­to­va­lu­tato i pro­blemi strut­tu­rali, il clien­te­li­smo, la cor­ru­zione un sistema poli­tico che blocca”. Non tutti i cit­ta­dini euro­pei ci stanno: oggi a Parigi, alla Basti­glia, ci sarà una mani­fe­sta­zione di soste­gno alla Grecia.

Il Con­si­glio d’Europa ha giu­di­cato ieri che il refe­ren­dum greco “non è con­forme agli stan­dard euro­pei”, per­ché la domanda è stata for­mu­lata tardi, troppo a ridosso del voto (ci sareb­bero volute almeno due set­ti­mane), il que­sito è troppo com­plesso e non c’è tempo per nomi­nare degli osser­va­tori. Il governo greco ha rispo­sto che la domanda è chiara e che si rife­ri­sce a due testi dei cre­di­tori del 25 giu­gno (il parere del Con­si­glio d’Europa, orga­ni­smo nato nel ’48 che rag­gruppa 47 paesi, è solo consultivo).

L’Fmi, che non ha rice­vuto il rim­borso di 1,57 miliardi entro la sca­denza del 30 giu­gno, ha fatto sapere ieri che la pros­sima set­ti­mane si espri­merà sulla domanda di pro­roga del paga­mento fatta da Atene, che potrebbe evi­tare il default. Il por­ta­voce, Gerry Rice, ha comun­que pre­ci­sato che “la Gre­cia non potrà più avere finan­zia­menti fino a quando non paga”. Finiti anche i finan­zia­menti della Ue, 16 miliardi con­ge­lati per la fine del secondo piano di aiuti. Tsi­pras ha chie­sto indi­ret­ta­mente un terzo piano. Ma tutti aspet­tano lunedi’, per sop­pe­sare i rap­porti di forza.

fonte: Il Manifesto

http://ilmanifesto.info/grecia-danni-collaterali-per-lintesa-parigi-berlino/