Lombardia: un vicepresidente jellato

Il vice­pre­si­dente Mario Mantovani, numero due in Regione Lombardia a fianco di Roberto Maroni, fino ad agosto potente assessore alla sanità, esponente di altissimo livello di Forza Italia, arre­stato ieri per cor­ru­zione, è stato dav­vero molto sfor­tu­nato.

In fatti la magi­stra­tura è inter­ve­nuta, pur­troppo per lui, prima che il nuovo Senato dei con­si­glieri regio­nali diven­tasse realtà.

Per­ché tra i tanti obbro­bri che il governo del “fare” vor­rebbe rega­larci con il Senato delle regioni c’è appunto quello di un ramo del Par­la­mento for­mato dalla classe poli­tica più squa­li­fi­cata del nostro paese. Classe politica che verrà pro­tetta dall’immunità.

Ergo il buon Mantovani, nonostante la gravità dei reati contestati (corruzione aggravata, concussione, turbativa d’asta ecc. ecc.), grazie al nuovo Senato, non avrebbe potuto “mantenersi immune”. 

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