Pubblichiamo questo articolo di Giovanni Acquati, il simpatico ed appassionato “banchiere etico” chè abbiamo avuto il piacere di conoscere quando negli anni ’80 presso l’allora Cooperatica CELES di Via Cavallotti a Sesto San Giovanni aprì uno dei primi punto di raccolta risparmio della “banca alternativa” MAG2.
Lo strapotere della finanza è la causa di questa crisi, si sta riassestando dai propri buchi, succhiando soldi agli Stati e dunque ai cittadini, è il vero e unico potere che sta determinando le scelte del mondo, che manovra completamente anche il “gioco” dell’euro e che ha nelle mani il debito pubblico degli Stati. Tutti lo sanno ma nessuno ne parla, … non se ne può parlare … e nemmeno trovo nulla fra le proposte che i nostri politici oggi fanno per uscire dalla crisi e dare un governo al paese. Capisco che è difficile, perché probabilmente tutti hanno paura delle manovre di questi colossi finanziari (bancari e privati), ma è sempre più chiaro che, finchè non si mette decisamente mano a questo nodo, nulla potrà modificare sostanzialmente. Mi sembra logico chiedere ciò alla politica affinchè smetta di essere succube dei loro giochi, chiamandola a scelte coraggiose che coinvolgano i cittadini in questo momento difficile che purtroppo è destinato a durare ancora molto tempo, senza più farsi influenzare dalle montagne di soldi che la finanza può mettere in gioco o scoraggiarsi di fronte al pesante debito pubblico che è una costante dei paesi occidentali (alcuni, ricordiamolo sempre, con percentuali ben peggiori del nostro, come Stati Uniti e Giappone). Monti dichiara che il risanamento del bilancio è completato, che siamo in equilibrio di bilancio e dunque dentro i parametri costituzionali, modificati nel silenzio più assoluto e voluti dai trattati Europei, ma a quali costi? Siamo sicuri che non c’erano altre strade? Migliaia di aziende chiudono, i risparmi diminuiscono, i poveri aumentano come la disoccupazione, l’economia si sta distruggendo, il tessuto produttivo non regge più il mercato per i costi troppo alti, ben superiori anche a quelli della Germania, ecc… Era questo il prezzo da pagare? E’ giusto aver distrutto tutto salvando solamente il potere finanziario? Io credo proprio di no, è un disastro totale a cui stiamo assistendo e che abbiamo subìto nascondendoci dietro il fatidico “non c’era altra possibilità!”. Una situazione che vede ora l’Italia pesantemente indebolita e ad altissimo rischio: se è stato facile distruggere nel nome del risanamento che poi in realtà non c’è stato, perchè il debito non è diminuito, ora ricostruire sarà ancora più drammatico e i costi sociali ulteriormente appesantiti. Sto aspettando dunque dei politici davvero innovativi che dicano qualcosa non solo sul rilancio dell’economia, sul risparmio dei costi della politica, sul reddito di cittadinanza o l’eliminazione dell’IMU, e altro simile, sacrosanto ma ampiamente insufficiente. Vorrei che entrassero anche nel cuore del problema ovvero il ruolo delle Banche, il loro agire quotidiano! Intanto separando le banche di investimento speculativo da quelle commerciali, che finanziano l’economia reale, impedendo a queste ultime di fare operazioni speculative a rischio (com’era una volta), in modo che i risparmi dei cittadini non finiscano per essere mangiati da cattivi investimenti. Poi obbligandole a finanziare l’economia reale, a riprendere cioè a fare il loro mestiere, che non fanno più. Sull’enorme debito lo dico da tempo: anche qui dobbiamo uscire dall’angolo in cui la finanza ci ha cacciato. “Diciamo Basta”! La politica dichiari con coraggio che il debito è congelato, perché la priorità ora è pensare al bene dei cittadini, a coloro che quotidianamente perdono il lavoro e all’economia tutta da ricostruire. Dobbiamo dare nuove regole nuove alla finanza: essa gioca con queste paure per condizionare le nostre scelte. La finanza è uno strumento, deve solo essere e rimanere uno strumento: purtroppo invece è sfuggito di mano, complici politici compiacenti e concordi, ma se vogliamo davvero innovare dobbiamo riprendere in mano i fili delle decisioni vere che se lasciate alla finanza non potranno che portare a un peggioramento della situazione. A farmi dire queste cose è semplicemente la storia di questi ultimi anni. Purtroppo però, e ripeto una cosa che ho scritto altre volte, non intravedo al momento un politico o un partito che possa avere la determinazione di muoversi su questo terreno, tantomeno i “grillini”. Bisogna perciò che siamo noi cittadini a “gridare forte” ai nostri eletti quali sono i veri nodi di fondo del problema. Se rimaniamo in balìa della finanza, Banca Europea compresa, sarà solo e sempre un “pro domo loro” e sempre meno per noi cittadini