Libia: l’inferno (che genera profughi)

Bengasi, secondo centro per importanza del Paese, è ridotta ad un cumulo di macerie. Sirte, strategica per la sua posizione cardine lungo le direttrici nord-sud ed est-ovest, è in mano agli uomini del califfo Abu Bakr Al Baghdadi. Misurata da quattro mesi è teatro di frequenti attacchi esplosivi per mano dello Stato Islamico. Obari, città nel deserto a sud, è in preda ai pesanti battaglie tra gruppi etnici rivali. A Tripoli sono decine le persone che ogni giorno spariscono. Vengono prese per strada e portate in prigioni illegali dove restano fino al pagamento del riscatto. Dal sud della Libia, a Sabha e Obari, giungono voci di frequenti sequestri di bambini.

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