la lezione spagnola

di Umberto Billo Credo sia ancora troppo presto per capire a fondo il senso e gli insegnamenti che le elezioni politiche di ieri in Spagna ci possono dare e forse occorrerebbe anche la capacità di analisi e una visione delle cose tipica di un politologo di mestiere.
Ma in modo sicuramente immodesto vorrei dire la mia sull’affermazione dei due nuovi partiti, soprattutto su quello di sinistra, Podemos, che ha superato il 20% alla prima prova elettorale nazionale.
Se andiamo a rileggere gli articoli apparsi sulla stampa italiana possiamo facilmente sovrapporre il programma politico di Podemos e della lista di sinistra Unidad Popular (IU-UPeC) (i presentatori l’hanno chiamata Coalition), tanto è vero che sono stati vicino a presentarsi apparentati alle elezioni.
Dai risultati abbiamo un PSOE che perde il 6,4% dei voti, la Coalizione Unidad Popular (IU/UPEC) che perde il 3,1% e il partito di centrosinistra UPYD che perde il 4%.
Visto che il nuovo partito di sinistra Podemos arriva al 20,6% dei voti se sommiamo le perdite del PSOE, di IU/UPeC e di UPYD scopriamo che più del 7% dei voti di Podemos arriva anche dai piccoli partiti a base regionale, e che l’aumento dei votanti di più del 3% lo ha sicuramente beneficiato, anche perché le perdite del Partito Popolare sono andate in massima parte nel nuovo partito di stampo liberale Ciudadanos.
Come dicevo sopra ci vuole ancora tempo per analizzare a fondo questi risultati, ma fin d’ora, a mio modesto parere, si possono trarre alcuni insegnamenti validi anche per noi.
Il primo e più importante è che gli spagnoli hanno penalizzato i partiti responsabili dell’adesione acritica alle politiche recessive e punitive dei paesi del nordeuropa, il PP soprattutto ma anche il PSOE, il secondo che sia i popolari che i socialisti hanno governato con una serie ininterrotta di scandali economici e finanziari, il terzo “least but not last” che i cartelli elettorali costituiti per presentarsi alle elezioni come Unidad Popular (IU/UPEC costituito dal PCE e da altri partitini di sinistra oltre a Unidad Popular en Comun), checché ne dica il compagno Paolo Ferrero non risultano credibili e vengono abbandonati dagli elettori di sinistra finché non trovano sulla loro strada un partito che dia loro sicurezza di programmi e di politiche condivise e garantisca di chiudere con la stagione delle spaccature e delle scissioni a ripetizione.