IL RITRATTO / 1 |Scajola, tutti i guai giudiziari del ministro del G8 e della casa “a sua insaputa”
A comunicarlo in una nota la stessa Dia reggina che, coadiuvata dai Centri Operativi e sezioni Dia di Roma, Genova, Milano, Torino, Catania, Bologna Messina e Catanzaro sta procedendo all’esecuzione di 8 provvedimenti restrittivi, emessi dal Gip del Tribunale di Reggio Calabria, Olga Tarzia, su richiesta della Dda reggina, diretta dal Procuratore Federico Cafiero De Raho.
L’ACCUSA: HA FAVORITO LA LATITANZA DI MATACENA
Tra gli arrestati, oltre all’ex ministro, figurano l’ex parlamentare Amedeo Matacena, pure colpito da un provvedimento restrittivo unitamente alla moglie Chiara Rizzo ed alla madre Raffaella De Carolis, personaggi vicini a Matacena come Martino Politi e Antonio Chillemi e la segretaria di Scajola, Roberta Sacco.
IL RITRATTO / 2 | Ecco chi è Matacena, dal Parlamento alla latitanza a Dubai (aspettando il Libano)
Matacena è latitante, a seguito di condanna definitiva per concorso esterno in associazione mafiosa e secondo la tesi dei magistrati sarebbe stato lo stesso Scajola a consigliargli di raggiungere il Libano. Scajola, secondo l’accusa, si sarebbe adoperato per favorire la latitanza di Matacena, suggerendogli di spostarsi da Dubai in Libano (dove si trova anche Marcello Dell’Utri anch’egli latitante e accusato dello stesso reato), dove la latitanza gli sarebbe stata resa ancora più«comoda» grazie alla protezione fornita dall’ombrello dell’asilo politico che lo stato libanese gli avrebbe riconosciuto.
Sono state effettuate numerose perquisizioni in Piemonte, Lombardia, Liguria, Emilia Romagna, Lazio, Calabria e Sicilia, oltre a sequestri di società commerciali italiane, collegate a società estere, per un valore di circa 50 milioni di euro.
PM: SCAJOLA IN RAPPORTI STRETTISSIMI CON MATACENA
I personaggi coinvolti sono gravemente indiziati a vario titolo di aver, attraverso la loro interposizione, agevolato Matacena oltre nella sua latitanza anche ad occultare la reale titolarità e disponibilità dei suoi beni.
«Aspettiamo sempre l’esito processuale per gioire del nostro risultato, ma ci muoviamo in un quadro indiziario grave», ha precisato il procuratore di Reggio Calabria Cafiero De Raho durante una conferenza stampa. «Dalle indagini – ha aggiunto – si evidenzia ripetutamente come Scajola sia in rapporti strettissimi con Matacena e la moglie ai fini di favorire la sua latitanza tant’è che parlano di dove si può rifugiare».
L’INTERCETTAZIONE: «DEVE ANDARE A B. IN L.»
In particolare, dalle carte, emerge una intercettazione nella quale l’ex ministro Scajola parla con la mogle di Matacena e le dice: “Deve andare nella capitale…. a L….”. “L?” chiede stupita la donna. “No, L è il Paese deve andare a B, scusa hai ragione tu…”. L. e B., per gli inquirenti, stanno inequivocabilmente per Libano e Beirut.
Secondo il procuratore, Scajola «era in contatto con un ministro o persona di vertice dello stato libanese» e, riferendosi all’ex ministro, De Raho ha espresso rammarico per il ruolo svolto nella vicenda «da una personalità che ha ricoperto incarichi così importanti a favore di una persona condannata per reati gravissimi».
BERLUSCONI NEGA LEGAMI CON ESCLUSIONE DA LISTE
«Non so per quali motivi» Claudio Scajola è stato arrestato. «Me ne dispiaccio, ne sono addolorato» ma «non conosco nulla di questa situazione». Lo ha detto Silvio Berlusconi a Radio Capital. Alla domanda se la sua esclusione dalle liste di Fi per le Europee sia dipesa da questo, l’ex Cavaliere risponde: «Assolutamente no. Non è stato candidato perché a seguito di un sondaggio abbiamo rilevato che la sua candidatura avrebbe portato a una diminuzione del voto globale dei nostri sostenitori».
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