L’estrema destra vince in Brasile e Salvini si congratula con il presidente “nero”

Parliamo dell’ elezioni in Brasile del nuovo Presidente Jair Bolsonaro, esponente dell’estrema destra. Ed è così che anche un grande pezzo del Sud America si tinge di nero. Vittoria che ha subito visto esultare il nostro Ministro degli Interni, Salvini, pronto a collaborare e a creare un buon rapporto con il nuovo Brasile. Insomma la macchia nera si sta diffondendo a vista d’occhio e la memoria storica sta via, via morendo nell’oblio di chi il fascismo lo ha combattuto, scegliendo la democrazia, ovvero il potere del popolo, dal greco Demos e Kratos. Quando il significato delle parole non interessa più.

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RIO DE JANIERO – Jair Bolsonaro è il nuovo presidente del Brasile. Ha vinto con il 55,29 per cento dei voti. Fernando Haddad del Pt si ferma al 44,71 per cento. La gente esulta dalle finestre, grida il nome del loro candidato, sfoga una rabbia e una tensione accumulata da sei mesi. Il Brasile cambia. Cambia radicalmente. Dopo 13 anni di sinistra arriva la destra estrema. Lula è dimenticato, chiuso in carcere. Con lui l’odiato Partido dos Trabalhadores che tutti considerano responsabile del disastro economico e sociale in cui è sprofondato il Paese. La destra vince un po’ dappertutto. Si eleggevano anche 13 nuovi governatori. Sono tutti nuovi. Solo nel Nord est resiste il candidato della sinistra. Sotto casa del presidente appena eletto si raduna una folla imponente. Migliaia di persone con la maglietta nazionale del Brasile si accalcano a Barra de Tijuca, nella zona sud di Rio. Ballano, urlano, inneggiano al loro leader. I fuochi di artificio illuminano a giorno la spiaggia e il mare. La gente urla il nome dell’Uomo nero nel resto della città. Dalle finestre, nelle piazze e nelle strade. La vittoria è schiacciante. Bolsonaro appare sui social. Sulla sua pagina di Facebook. “Dobbiamo abituarci a vivere insieme – esordisce – Per ritrovare la prosperità perduta. Grazie a Dio sono riuscito a interpretare la volontà dei nostri concittadini. Il Paese chiedeva un cambio. Non potevano continuare a vivere con il populismo, l’estremismo, il comunismo della sinistra. Dobbiamo seguire l’insegnamento di Dio. Faremo un governo che possa portare il nostro Brasile nel posto che merita. Abbiamo le condizioni per governare, con i nostri parlamentari. Tutti gli impegni che abbiamo assunto saranno rispettati e portati a termine. Non cederemo l’Amazzonia, parleremo con la gente, rispettano tutte le opinioni e le esigenze. Ma metteremo davanti a tutto e tutti l’interesse del Paese. Sapevamo dove dovevamo andare e ora sappiamo dove andiamo. Ringrazio il brasiliani per la fiducia dimostrata”. Da parte sua Haddad ha chiesto che i suoi “45 milioni di elettori vengano rispettati”, dopo che Bolsonaro aveva promesso ai suoi avversari “la prigione o l’esilio”. “I diritti civili, politici, lavorativi e sociali sono in gioco ora”, ha detto.

Continua:https://www.repubblica.it/esteri/2018/10/28/news/brasile_exit_poll_bolsonaro_al_56_haddad_al_44_-210262492/ Di Daniele Mastrogiacomo