L’Egitto torna “caldo”, ore di scontri tra gli studenti e la polizia ad Alessandria
Un’altra giornata di scontri in Egitto. Questa mattina ad Alessandria, la polizia ha violentemente disperso un corteo di manifestanti e nella città, per ore, è andata avanti una guerriglia urbana, tra lanci di lacrimogeni e cariche della polizia. I manifestanti hanno risposto con sassaiole e sparando alcuni fuochi d’artificio. Nonostante l’intervento “deciso”e massiccio delle forze dell’ordine nella città gli scontri continuano per diverse ore.
Nel tribunale penale si svolgeva il secondo grado di giudizio di due poliziotti, già condannati in primo grado. Gli agenti sono stati accusati di aver torturato a morte l’attivista egiziano Khaled Said, il ventisei ottbre del 2011. La sentenza di primo grado prevede sette anni di carcere per entrambe, una pena decisamente blanda secondo gli attivisti egiziani, che si sentono scippati della loro rivoluzione.
Il corteo, composto per la maggior parte da studenti, ha marciato fin dalle prime ore del mattino per raggiungere il tribunale penale, Haqunya court, nella zona di Mansheya, cuore della città. Verso le undici è entrato in contatto con le forze dell’ordine e sono iniziati gli scontri.
La morte di Said ha scolpito un solco profondo nella memoria della società civile egiziana, il punto di non ritorno, dopo il quale, studenti, attivisti iniziarono ad opporsi ai metodi repressivi della polizia e al regime autoritario di Mubarak. Le proteste che portarono il paese alla rivoluzione del 2011, costrinsero il dittatore a farsi da parte e ad accettare la volontà popolare di intraprendere un cammino democratico.
Gli scontri di questa mattina arrivano alla fine di una settimana molto calda in Egitto. Ieri il comitato dei 50 deputati, nominati dal governo ad interim egiziano, ha approvato il nuovo progetto costiuzionale, che verrà votato tramite referendum nel mese di gennaio, ma che già negli scorsi giorni ha suscitato molte critiche nel paese e l’allarme di molte organizzazioni per i diritti umani.
E’ particolarmente clamorosa la legge che regola il diritto a manifestare, che legalizza l’uso della forza eccessiva della polizia contro i manifestanti e sulla quale, tra i tanti, anche Hassiba Hadj Sahraoui, vice direttrice del programma Medio Oriente e Africa del Nord di Amnesty International, ha espresso molta preoccupazione: “Garantire alle forze di sicurezza la completa discrezione di vietare le proteste o disperderle usando forza eccessiva e letale costituisce un passo indietro per i diritti umani in Egitto e prepara la strada per ulteriori abusi”.
Il timore espresso da Saharaui, si sta rivelando, purtroppo, una triste profezia per l’Egitto.
fonte: http://www.glialtrionline.it/2013/12/02/legitto-torna-caldo-ore-di-scontri-tra-gli-studenti-e-la-polizia-ad-alessandria/