Lecco, dalla ditta dei rifiuti tonnellate di pellet avvelenato: maxi sequestro della Forestale
Spacciato per materiale di legno vergine di faggio ma contaminato da metalli pesanti e altre sostanze tossiche. La ditta si occupa della produzione del materiale da combustione e di riciclaggio di spazzatura e biomasse
Una serie di segnalazioni di persone che si ritrovavano con le stufe danneggiate dopo aver bruciato il pellet. Nasce da qui l’inchiesta che ha portato al sequestro di 100 tonnellate di pellet da riscaldamento contaminato da metalli pesanti come nichel, cromo, zinco, cadmio e rame, anche in concentrazioni significative, prodotte e distribuite in tutta Italia da una ditta della provincia di Lecco che oltre a confezionare materiale da ardere, opera anche nel settore del riciclaggio dei rifiuti solidi urbani, industriali e biomasse.
L’operazione della Forestale è stata coordinata dalla Procura della Repubblica di Pavia. L’attività investigativa è stata avviata un anno fa in seguito alle segnalazioni di cittadini che denunciavano il danneggiamento delle proprie stufe dopo l’utilizzo di una determinata partita di pellet che risultava stranamente colorato di blu, rosso, verde. Le analisi hanno confermato la presenza degli inquinanti e tutte le partite di pellet contaminato ritrovate sono state sequestrate. Sono stati gli stessi clienti a indicare oltre 80 punti vendita distribuiti tra Lombardia, Piemonte, Campania, Basilicata e Calabria di ignari titolari dove avevano acquistato il prodotto. Il presidente del consiglio di amministrazione della società e il suo consigliere delegato sono stati denunciati per presunti reati di illecito smaltimento di rifiuti e frode in commercio.
Vi è, infatti, il sospetto di un’indebita miscelazione di sostanze inquinanti con il legno del pellet. La frode in commercio è stata contestata perché il materiale veniva venduto come “pellet di legno vergine di faggio” con etichette che avrebbero garantito l’assenza di metalli contaminati o componenti ulteriori diverse dal legno. Le indagini sono tuttora in corso per verificare l’eventuale pericolosità per la salute. Nel caso vi fosse il sospetto che il materiale acquistato negli ultimi due anni possa essere riconducibile a tali partite, si invitano gli acquirenti a segnalarlo al più vicino ufficio del Corpo forestale dello Stato che provvederà ad attivare tutte le verifiche del caso.
fonte: la Repubblica
http://milano.repubblica.it/cronaca/2015/06/23/news/pellet_avvelenato-117537542/