Le scuole non spendono tutti i soldi erogati dallo Stato

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Le scuole non spendono tutti i soldi erogati dallo Stato

Nel 2012/2013 sono rimasti non utilizzati 217 milioni su 889 destinati al Miglioramento dell’offerta formativa. La sorprendente scoperta è stata fatta quasi per caso, cercando le risorse per gli scatti stipendiali degli insegnanti. Dibattito aperto sull’utilizzo di quei fondi.

Scuole italiane con i bilanci in rosso? Macché, gli istituti nostrani non riescono a spendere ogni anno un quarto delle risorse erogate dallo stato. Circa 200 milioni di euro che dirigenti scolastici e organi collegiali della scuola potrebbero utilizzare per migliorare l’offerta formativa, per incentivare la pratica sportiva e per i corsi di recupero a favore degli studenti delle superiori, le cui famiglie hanno difficoltà a rivolgersi ai professori privati. Ma secondo i presidi, se le scuole fanno fatica a spendere tutti i fondi stanziati per il Mof (il Miglioramento dell’offerta formativa) è colpa del ministero che accredita le somme con ritardi enormi.

Quella che a prima vista sembra una boutade dei detrattori della scuola pubblica è invece la gelida verità che emerge dai numeri nudi e crudi. E’ stata la Cisl scuola ad accorgersi della strana anomalia che interessa l’istruzione statale italiana. Della questione, sembra, ci si è accorti per caso, durante la ricerca delle possibili fonti di finanziamento per gli scatti stipendiali dei docenti, col contratto scaduto da quasi cinque anni e con gli automatismi retributivi bloccati per legge. Francesco Scrima, a capo della Cisl scuola, mette le mani avanti. “I dati sulle economie delle scuole – spiega – non possono essere usati per dire che non ci sono problemi di risorse; resta in generale uno stato di grave insufficienza”.

Anche se poi è costretto ad ammettere che “può accadere, e i dati ce lo dicono, che in qualche caso non venga speso quello che è stato assegnato”. E bacchetta dirigenti scolastici e insegnanti: “Questo non va bene, le risorse vanno utilizzate, non accumulate”. I dati forniti dal sindacato sono piuttosto eloquenti. A fronte di 889 milioni di euro assegnati nel 2012/2013 alle scuole per il cosiddetto Mof, gli oltre 8mila istituti sparsi in tutta la penisola sono riusciti a spenderne appena 672. Al 30 settembre del 2013 – cioè quando si è di fatto passati all’esercizio relativo all’anno successivo – ben 217 milioni di euro risultano ancora come giacenze: soldi non spesi, insomma.

“Una parte delle somme – spiega Gregorio Iannaccone, presidente dell’Associazione nazionale dirigenti scolastici (Andis) – potrebbe essere impegnata ma non spesa. E’ comunque possibile che rimangano economie dovute al fatto che le somme erogate dal ministero arrivano con enorme ritardo e le scuole, presidi e consigli d’istituto,  sono prudenti nell’impegnare cifre che di fatto non conoscono”.

Salta all’occhio che non risultano spese quasi la metà, il 46 per cento, delle somme destinate alla pratica sportiva e alle cosiddette ore eccedenti: quelle che servono per la sostituzione degli insegnanti assenti per uno o pochi giorni, che non prevedono il coinvolgimento di un supplente. In molti casi, alle superiori, le classi vengono lasciate senza docente oppure vengono fatte entrare dopo o congedate in anticipo sulla fine delle lezioni. Di fatto, ore di lezione saltate.

Un altro dato è quello del non speso sui corsi di recupero per gli studenti che già nel primo quadrimestre mostrano difficoltà in una o più discipline o vengono rimandati a settembre. Nel 2012/2013 vennero stanziati 174 milioni che fanno parte del Fondo d’istituto, pari a 688 milioni di euro. “Sappiamo che le scuole non li spendono per intero”, continua Scrima. E dire che, stando ai dati forniti dall’Istat, le famiglie italiane hanno sempre meno soldi da destinare alle lezioni private per i figli. In poco più di un decennio lo stanziamento famigliare per gli insegnanti privati è sceso da 162 euro all’anno per famiglia a 117: meno 27,5 per cento.

E con tutta probabilità le somme non spese andranno a pagare gli scatti stipendiali bloccati dai governi precedenti. Ma il leader della Cisl scuola ci tiene a precisare che “utilizzando queste risorse per pagare gli scatti di anzianità non si stanno tagliando le attività rivolte agli alunni”. Visto che per pagare gli aumenti dei docenti si preleverebbero risorse non utilizzate. Ma i presidi non ci stanno.”Non se ne parla neppure. Queste cifre possono essere sempre spese per attività con ricaduta sugli alunni negli anni successivi, utilizzarle significherebbe tagliare l’offerta formativa”.

fonte: La Repubblica

http://www.repubblica.it/scuola/2014/02/02/news/scuole_non_spendono_tutti_i_soldi-77504293/?ref=HREC1-14