Ci stiamo giustamente lamentando della pedante ottusità con cui l’occhio della
Commissione di Bruxelles segue spesso le cose italiane, rendendo ancora più
difficile il lavoro del nostro governo, ma dobbiamo anche renderci conto da
dove è iniziata questa irritazione. L’Italia si era infatti solennemente
impegnata di fronte alla Commissione a mettere in atto robusti trasferimenti
del peso fiscale dal lavoro agli immobili ma ha poi scelto il cammino opposto
con l’abolizione dell’IMU. Di conseguenza non solo sono mancate le risorse per
tenere in ordine il bilancio, ma si sono consumati mesi e mesi per trovare le
risorse necessarie a fronte al mancato gettito derivante da questa
decisione. Inoltre i nostri colleghi europei non soltanto esigono il
mantenimento degli impegni assunti ma si aspettano l’adozione di riforme capaci
di porre fine alla nostra sclerosi, provocata dai comportamenti paralizzanti
della Pubblica Amministrazione e della giustizia civile e amministrativa.