PAOLO BERDINI – 6 APRILE 2019
Per comprendere la devastazione che il neoliberismo ha causato alla vita delle città, dobbiamo ritornare agli inizi dell’offensiva culturale che ha progressivamente abolito ogni regola di trasformazione urbana. Tutti gli strumenti urbanistici delle grandi città a partire dagli anni Novanta (varianti parziali comprese) si sono fondati sul motore della rendita urbana, aumentando a dismisura i valori fondiari così da permettere enormi plusvalenze alle grandi proprietà immobiliari.
Oggi, dopo undici anni di crisi economica e finanziaria, stiamo assistendo ad un fatto nuovo. Le proprietà reali sono nelle mani del sistema del credito che si era colpevolmente prestato al gioco del finanziamento di una rendita apparentemente infinita perché sostenuta dalle scelte economiche decise a livello internazionale.
Oggi gli effetti distorsivi sono pressoché terminati, ma hanno causato gravi sofferenze nei bilanci e quegli istituti finanziari devono oggi rientrare ad ogni costo dell’esposizione degli anni ruggenti. Roma è un esempio perfetto. Unicredit deve rientrare dal finanziamento verso il gruppo proponente dello stadio della Roma (180 milioni) e della proprietà dell’ex Fiera di Roma (180 milioni). Le due operazioni devono dunque arrivare all’attuazione non perché abbiano un loro motivo di esistere nel quadro di una visione urbana, ma perché devono coprire i buchi di bilancio…per continuare a leggere: