Lazio: arrestato direttore Agenzia del Demanio

Lazio, arrestato per abuso d’ufficio il direttore regionale dell’Agenzia del Demanio

Ai domiciliari Renzo Pini, insieme ad altre otto dirigenti di banca e imprenditori, tra cui Pulcini condannato per lesioni, ingiurie e minacce nei confronti dell’ex moglie Claudia Montanarini. Accusati di aver pilotato un bando di gara per un’area parcheggio di piazzale Clodio. In un video la consegna della mazzetta.

I militari del Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di finanza hanno arrestato all’alba di oggi Renzo Pini, di 64 anni, direttore regionale del Lazio dell’Agenzia del Demanio. Nell’ambito di un’inchiesta condotta dalla Procura di Roma sull’affidamento di un appalto, a Pini è contestato il reato di abuso d’ufficio. Ora è ai domiciliari, insieme ad altre otto persone: tra loro Marcello Visca, ex componente del comitato di gestione dell’Agenzia del Demanio del Lazio, quattro imprenditori, tre dirigenti di Banca e un funzionario pubblico.

Il direttore regionale dell’Agenzia del Demanio del Lazio, gli imprenditori, i dirigenti di Banca e il funzionario pubblico ora in pensione che fungeva da trait-d’union, erano tutti d’accordo per pilotare l’aggiudicazione in concessione dello sfruttamento di un’area urbana della Capitale, precisamente un’area parcheggio di piazzale Clodio. Questo è lo scenario che emerge dalle indagini svolte degli uomini del Nucleo speciale di polizia valutaria, coordinati dalla Procura della Repubblica di Roma. Traffico d’influenze illecite, turbativa d’asta, falso e abuso d’ufficio i reati contestati a Renzo Pini, Antonio e Daniele Pulcini, Giuseppe Aliberti, Edoardo Zucchetti, Marcello Visca, Fausto Mecatti, Pasquina D’Onofrio e Giuseppe Avenia. Per queste accuse, da questa mattina all’alba, i finanzieri hanno dato esecuzione agli arresti domiciliari disposti dal gip di Roma, Maria Paola Tommaselli, nei confronti dei nove indagati.
A fronte di una ‘mazzetta’ di oltre 100milaeuro, Marcello Visca, già in servizio presso l’Agenzia del Territorio di Roma, ha influenzato la Direzione regionale dell’Agenzia del Demanio affinché confezionasse ad arte il bando per l’aggiudicazione della gara pubblica, avvantaggiando un’azienda appositamente costituita dalla cordata dei quattro imprenditori romani e determinando l’implicita esclusione degli altri offerenti. Le indagini hanno dimostrato come la struttura del bando sia stata elaborata ‘a tavolino’, con previsioni e clausole perfettamente calzanti con le aspettative e i requisiti della società riconducibile agli indagati i quali, peraltro, venivano informati in anteprima sull’andamento della gara. L’impresa “Flora Energy”, risultata poi vincitrice, ha potuto contare anche sull’appoggio di alcuni dirigenti di banca, grazie ai quali è stato possibile ottenere false attestazioni circa il possesso dei requisiti di solidità patrimoniale necessari a partecipare alla gara pubblica. Eseguito nei confronti degli indagati anche il sequestro di una somma pari alla ‘mazzetta’ pagata.

“In 44 anni non ho avuto un avviso di garanzia”, dice Marcello Visca in un video girato con un tablet dall’imprenditore Daniele Pulcini durante la consegna del danaro per l’intermediazione svolta a vantaggio della “Flora Energy”. Quel video, girato per scherzo mentre avveniva la consegna di 120mila euro a fronte dei 150mila pattuiti, è stato sequestrato dai finanzieri del nucleo di polizia valutaria e ora costituisce una delle più importanti fonti di prova. Nel video si nota Visca che prende le mazzette in un clima di ilarità e di goliardia. Poi avviene il pagamento degli altri 30mila euro. Daniele Pulcini non è nuovo a problemi con la giustizia: il 7 ottobre scorso è stato condannato a un anno e quattro mesi di reclusione per lesioni, ingiurie e minacce nei confronti della show-girl ed ex moglie Claudia Montanarini.

Gli imprenditori Antonio e Daniele Pulcini, padre e figlio, sono il motore della questione che arriva a coinvolgere il direttore regionale dell’Agenzia del Demanio del Lazio, Renzo Pini, e tre dirigenti delle banche Monti dei paschi di Siena e Popolare di Sondrio. Pulcini, infatti, sono tra i destinatari delle ordinanze di custodia cautelare per le irregolarità, compreso un compenso di 150 mila euro per l’intermediazione di Marcello Visca, legate all’aggiudicazione di un’area a piazzale Clodio, a due passi dal tribunale, da destinare a parcheggio. Non solo. Daniele Pulcini non ha avuto alcuna remora “nel consegnare personalmente a Marcello Visca il denaro prezzo della sua mediazione, a seguito dell’intervenuta sottoscrizione, in epoca successiva alla scadenza prevista, dell’atto di concessione avendo con ciò realizzato il risultato perseguito”. La “disinvoltura e la spregiudicatezza” di Pulcini jr – secondo il gip del tribunale di Roma, Maria Paola Tomaselli, – nel gestire l’intera operazione, con la “corresponsione di ulteriori somme di danaro per perseguimento di obiettivi vantaggiosi per lui o per le sue società, tramite l’attività di influenza da quest’ultimo spiegata nei confronti di Renzo Pini o di altri pubblici ufficiali”.

Gli altri arrestati, oltre al direttore dell’Agenzia Demanio del Lazio Renzo Pini ed a Visca, quest’ultimo già capo della segreteria dell’ex sottosegretario al ministero dell’Economia Maria Teresa Armosino (governo Berlusconi), sono gli imprenditori e i dipendenti di banca Fausto Mecatti, Pasquina D’Onofrio e Giuseppe Avenia. Secondo l’accusa, il bando sarebbe stato “confezionato” su misura per favorire la “Flora Energy”, riconducibile ai quattro imprenditori. La fissazione di garanzie bancarie particolarmente rigide e tali da escludere dalla gara la quasi totalità dei 14 concorrenti, ad esempio, era stata superata dalla “Flora” con una fidejussione da 1,5 milioni di euro ottenuta in modo fittizio. Da qui il coinvolgimento dei tre dipendenti di banca che rispondono, insieme con gli imprenditori, di turbativa d’asta.

Attraverso l’intermediazione di Visca, previo via libera di Pini, la “Flora Energy” avrebbe inoltre ottenuto di rientrare in gara malgrado la presentazione della documentazione fuori dai termini previsti e un’anomala durata della concessione, 19 anni contro i 6-10 anni di prassi. Pini è accusato dai pm Corrado Fasanelli e Maria Cristina Palaia di abuso d’ufficio, mentre per Visca è stato configurato il reato di traffico di influenza illecita. Quest’ultimo, previsto dall’articolo 346 bis del codice penale, è stato preso in esame per la prima volta dalla procura di Roma. Introdotto nel 2012 dalla legge Severino sulla corruzione, punisce chiunque “sfruttando relazioni esistenti con un pubblico ufficiale o con un incaricato di un pubblico servizio, indebitamente fa dare o promettere, a sè o ad altri, denaro o altro vantaggio patrimoniale, come prezzo della propria mediazione illecita verso il pubblico ufficiale in relazione al compimento di un atto contrario ai doveri di ufficio”.

L’Agenzia del demanio ha condannato “qualsiasi comportamento disonesto, a difesa e tutela dell’onorabilità di tutti i dipendenti che operano quotidianamente al servizio dello Stato e dei cittadini. Auspica che l’Autorità giudiziaria possa velocemente fare piena luce sulla vicenda dell’arresto del direttore della sede regionale del Lazio, Renzo Pini – scrive l’Agenzia del demanio in una nota – L’Agenzia del demanio, consapevole della grande responsabilità che un funzionario dello Stato si assume nell’esercitare il delicato ruolo della gestione dell’amministrazione pubblica, offre la massima collaborazione e supporto all’Autorità giudiziaria. Inoltre – conclude la nota – l’Agenzia sottolinea che sta assumendo tutti i provvedimenti contemplati dalla disciplina legale e contrattuale”.

fonte: La Repubblica

http://roma.repubblica.it/cronaca/2014/10/30/news/arrestato_il_direttore_regionale_lazio_dell_agenzia_del_demanio-99332101/?ref=HREC1-3