laurea nel cassetto: camerieri per mantenerci

Quelli con la laurea nel cassetto «Postini e camerieri per mantenerci»

Difficile mettere a frutto gli studi. «Non vogliamo emigrare, ci adattiamo»

di Ferdinando Baron

Enrico Tagliaferri, 23 anni, laureato in Scienze internazionali, al lavoro alla BiciStazione di Cologno Monzese (foto di Federica Cocciro)
Luciana, Giulia, Valerio, Viola. Età tra i 20 e i 30 anni, una laurea e un lavoro (cameriera, commessa, postino) da 500-700 euro al mese. Fanno parte della schiera di chi non è partito per mettere a frutto all’estero i propri studi, e ora si vede costretto a riporre la laurea nel cassetto e a rimboccarsi le maniche. Accontentandosi di lavori sottopagati o inventandosi qualcosa da fare. Manuela Tencati, 24 anni , lavora come hostess sui treni Frecciarossa per 1.200 euro al mese: «Quattordici ore al giorno e giorni di riposo molto occasionali…», sospira . «Sono laureata in Lettere e filosofia al Dams – racconta – avrei voluto continuare con la specialistica in storia dell’arte e riuscire a lavorare in ambito turistico o museale, ma non è fattibile». Più «fortunata» Luciana Lamantea, 28 anni, che ha appena lasciato il lavoro da cameriera in un pub: «Da sei mesi mi sono trasferita a Pechino dove mi occupo di catering e di eventi per un ristorante». Lo stipendio è di circa 1.100 euro al mese, ma c’è la provvigione su ogni contatto fornito al locale. «Sono laureata in Scienze linguistiche e relazioni internazionali all’Università Cattolica – aggiunge -, ho studiato come seconda lingua cinese. Sono scappata dall’Italia perché non c’erano grosse opportunità. A Pechino sono arrivata da sola, senza lavoro e senza niente. Della mia laurea avrei voluto fare tante cose, ho inviato decine di curriculum e ciò che più mi ha fatto arrabbiare è stato non ricevere una risposta o sentirmi dire che avevo fin troppa esperienza».
Inventarsi un lavoro

Viola Maggioni, 24 anni , vive con sua madre a Milano. «Mi sono iscritta a Lettere moderne con l’intento di entrare nel mondo dell’editoria – ricorda -, ma l’incanto è durato poco; nel mio percorso di studi ho lavorato saltuariamente, cogliendo al volo ogni occasione (cameriera, hostess, babysitter). Tra una settimana partirò per il Madagascar, dove mio zio ha da poco assunto la direzione di un villaggio turistico: spero riesca a inserirmi nel suo staff, a prescindere dalla mansione…». Enrico Tagliaferri, invece, il lavoro se l’è inventato. Ha quasi 23 anni e insieme ad alcuni amici gestisce la BiciStazione di Cologno Monzese. «Ho una laurea triennale in Scienze internazionali – dice – e mi piacerebbe lavorare nelle istituzioni europee, uffici di rappresentanza in Italia o aziende». Per ora, però, non se ne parla e allora tanto vale darsi da fare con le biciclette. Giulia Magnani, 23 anni , è italiana da parte di papà e inglese da parte di mamma: «Mi sono laureata in filosofia con il massimo dei voti – racconta -. Ho scelto questa facoltà più con il cuore che con la testa, sapevo che avrei avuto pochi sbocchi lavorativi. Dalla laurea ad oggi, oltre a lavoretti da cameriera e hostess, ho fatto uno stage in un ufficio stampa di cultura, dove poi sono tornata a collaborare per due mesi. Da allora mando una media di venti curriculum alla settimana e l’unica volta che sono stata richiamata era una compagnia di assicurazione che mi proponeva un lavoro porta a porta».

«Più di 50 colloqui e 5 mila candidature online»

Valerio Marzullo, 26 anni , attualmente è disoccupato: «Ho studiato Economia all’Università della Calabria e ho deciso di andare via di casa per cercare un lavoro soddisfacente. Ho fatto più di cinquanta colloqui e ho mandato più di 5 mila candidature online, ma ho trovato soltanto un’occasione come postino per quattro mesi. Adesso sono tornato in Calabria, a svolgere tirocini non retribuiti per raggiungere almeno il vincolo temporale dell’esperienza, che chiedono a tutti i neolaureati, e poi tornerò a Milano per vedere se riuscirò ad essere competitivo sul mercato del lavoro». Alessia Nava ha 24 anni , vive a Carugate con la famiglia. «Mi sono laureata in Scienze internazionali e istituzioni europee – racconta -, durante gli studi ho lavorato come commessa in un negozio di abbigliamento, come insegnante di ginnastica artistica e dando lezioni private. Dopo la laurea non ho trovato nulla di attinente al mio titolo e sono tornata a fare la commessa in una gioielleria. E intanto continuo a studiare». Alessandra Natta ( 25 anni) fa la cassiera al Mondadori Multicenter Duomo per 550 euro mensili. Abita coi genitori a Cesano Boscone e nel cassetto ha una laurea triennale in scienze dell’ Architettura: «Sono partita con l’idea di fare l’architetto, poi mi sono appassionata agli spazi videoludici e ho sperato di poter proseguire il mio percorso in questo senso. Niente da fare…».

«All’estero più attenzione al lavoratore»

Cristina Bianchi, 34 anni , dopo aver lavorato in un vivaio è disoccupata con una laurea magistrale in Storia. «Avrei voluto insegnare, ma ho fatto tanti colloqui per tanti lavori – spiega – ricevendo anche domande imbarazzanti: “Progetta di far famiglia? Si farebbe crescere i capelli? Ma a lei piacciono i maschi o le femmine?” Amo l’Italia, ma comincio ad essere attirata dall’estero perché c’è più attenzione al lavoratore, meno nepotismo e meno discriminazione tra uomo e donna».

fonte: Il Corriere della Sera

http://milano.corriere.it/notizie/cronaca/14_luglio_06/quelli-la-laurea-cassetto-postini-camerieri-mantenerci-6f359924-04e5-11e4-915b-77c91b2dfa50.shtml