Dal sito de: La FABBRICA della Città
Mio commento: in questi momenti in cui si verificano episodi di intolleranza verso chi viene considerato a torto diverso, ritengo importante riproporre un articolo postato dal sito de La FABBRICA della Città, dal quale si evince invece un bellissimo messaggio di solidarietà, amore e uguaglianza; principi spesso dimenticati nella pratica sociale giornaliera, che devono tornare ad essere praticati per contrastare il sentimento negativo che è il razzismo sostenuto dal populismo di chi disprezza e tende all’esclusione. Mario Piromallo.
Antonio La Torre lo conosciamo tutti e bene; La Fabbrica della Città l’ha apprezzato nell’iniziativa del 9 maggio u. s. “Qualità della vita e salute psicofisica. – Sport, alimentazione, futuro della ricerca sulla salute”.
I suoi titoli accademici si possono sulla sua pagina di Docente presso la Scuola di Scienze Motorie all’Università di Milano.
Merita però ricordare che prima di essere accademico è stato allenatore personale del sestese Ivano Brugnetti che fu Campione Olimpico ad Atene 2004 nei 20 chilometri di marcia e Campione Mondiale nei 50k marcia a Siviglia 1999.
In questi giorni – dal 4 al 13 agosto 2017 – è a Londra, ai Mondiali di Atletica Leggera in qualità di Responsabile per La Federazione Italiana di Atletica Leggera sulle lunghe distanze (maratona e marcia).
Mercoledì 9 ha rilasciato un’intervista a Radio Popolare – Radio sveglia, II parte – che riteniamo utile e importante diffondere e conservare.
In primo luogo l’intervista parla, come ovvio, dell’evento in corso a Londra e, in particolare, della promessa dell’era post Bolt: l’atleta sudafricano Wayde Van Niekerk, oro nei 400 metri e argento nei 200, del quale sottolinea la straordinaria leggerezza nella corsa che rimanda alle suggestioni delle Lezioni americane di Italo Calvino.
L’intervista affronta poi altri argomenti, a partire dal doping auspicando uno sport nel quale si torni alla bellezza delle gare nelle quali è “l’uomo contro l’uomo che si confronta nello scontro il più leale possibile”: i mondiali di Londra sembrano rappresentare una svolta in questo senso.
Parla poi del declino dell’Europa nell’atletica: nel 1987 ai mondiali di Roma – sottolinea Antonio – l’Europa nel suo insieme vince 87,5% delle medaglie, mentre oggi rischia di restare sotto al 25%. In questo contesto colloca “la crisi di passaggio dell’Italia” che ha una squadra giovane, che ha delle promesse interessanti, ma sulle quali lo sport italiano deve investire e lavorare a fondo.
A questo punto l’intervistatore pone la domanda: “nel seguire i mondiali vediamo le fotografie degli atleti italiani … tanti ragazzi con la pelle nera … possiamo dire che il movimento dell’atletica italiana stia anticipando, anzi che è già oltre un dibattito politico che in Italia è piuttosto deprimente dal punto di vista dell’integrazione?”
Antonio – lo conosciamo – non si sottrae e traccia un’immagine della assoluta naturalità con la quale ragazzi e ragazze di diverso colore condividono la fatica degli allenamenti e si cimentano nel lavoro comune per realizzare gli stessi sogni, al punto da affermare, senza pretendere di impartire lezioni o sottovalutare i problemi: “bisognerebbe portare i politici tra questi ragazzi perché vedano come si comportano, come vivono, come dialogano, come sanno stare insieme”.
E sfida chiunque, stando in mezzo a questi ragazzi a individuare un solo episodio dove si avverta la differenza del colore della pelle …
Insomma un intervento stimolante e di grande riflessione che propone l’orizzonte dello sport serio e genuino, in particolare quello dell’atletica, come il modello ottimale nel quale i processi di integrazione si risolvono sulle basi della concretezza e della naturale condivisione di fatiche e di ideali. Un modello quindi da contrappore ad altri ambiti nei quali il confronto sullo ius soli si impantana nel pregiudizio ed è inficiato dalla assoluta non conoscenza della vita reale.
Antonio dice molto di più: lo si senta nello streaming di Radio popolare al seguente link:
http://pod.radiopopolare.it/radiosvegliafatti_2_09_08_2017.mp3
L’atletica: un orizzonte dove i pregiudizi sullo “ius soli” perdono significato