L’Aquila, migliaia di fiaccole invadono il centro per ricordare le 309 vittime a 5 anni dal sisma
Dodicimila persone si ritrovano nel cuore della città per non dimenticare e per chiedere ancora una volta la ricostruzione. A soffrire ancora dopo quasi duemila giorni soprattutto i centri storici. L’impegno del governo
Liveblog di AMALIA MATTEUCCI e PIERA MATTEUCCI
L’AQUILA – L’appuntamento era alle 22,30, ma in tanti hanno inziato a raggiungere L’Aquila ben prima, anche dai centri limitrofi o dalle “new town”. E per l’ora di inizio della manifestazione-cerimonia migliaia di fiaccole illuminavano il centro della città ferita dal terremoto di cinque anni fa. C’erano 12mila persone. Gli abitanti delle strade storiche ancora transennate, i cittadini dei paesi dell’area del cratere, parenti e amici anche dei ragazzi che erano ospiti della Casa dello Studente crollata. In silenzio. Nelle strade, nella chiesa dove si svolge la veglia religiosa, nella piazza Duomo, dove vengono letti i nomi di tutte le 309 vittime rimaste sotto le macerie nel tragico sisma delle 3:32 nella notte tra il 5 e il 6 Aprile del 2009.
Un silenzio durato fino al momento dei 309 rintocchi di campana in ricordo di chi non c’è più.
Cinque anni sono passati da quel giorno, e sono state tante le cerimonie per non dimenticare. Oltre all’Aquila furono coinvolti tanti comuni limitrofi. Sono 54 quelli inseriti nell’area del cratere sismico.
A soffrire ancora dopo quasi duemila giorni soprattutto i centri storici. All’Aquila cantieri avviati, ma il tessuto sociale e commerciale ancora non esiste, mentre è andata meglio la ricostruzione nelle periferie. Ancora oggi il centro del capoluogo abruzzese è un cantiere a cielo aperto e la ricostruzione sembra lontana, nonostante il ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini abbia assicurato che entro il 2019 anni la città tornerà alla normalità. In seguito al terremoto furono stimati danni per 10 miliardi di euro. Gli epicentri si registrarono nella conca aquilana e nella provincia del capoluogo abruzzese: decine i Comuni colpiti tra Abruzzo e Lazio. Nella sola città dell’Aquila, oltre ai danneggiamenti alle abitazioni civili, è stata stilata una lista di 45 monumenti da restaurare. A oggi non tutti i cantieri sono aperti.
La ricostruzione. Oggi si chiude il Salone dedicato proprio alla ricostruzione da dove parte il progetto di Officina L’Aquila, una task force di imprese e nove major nazionali e internazionali per dare vita a un percorso di qualità nella rinascita della città. Dal Salone sono arrivati annunci importanti del governo.
I finanziamenti. Il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti ha sottolineato l’attenzione dell’esecutivo, e il sottosegretario all’Economia Giovanni Legnini, che ha avuto la delega alla ricostruzione, ha lanciato l’impegno per trovare una soluzione stabile ai finanziamenti. Da parte sua il sindaco Massimo Cialente ha parlato di una corsa che ha riportato 46 mila persone nelle case. Resta ancora caldo il nodo dei fondi: secondo l’amministrazione comunale servono altri 700 milioni oltre al miliardo e 400 milioni già stanziati. Inoltre, sul fronte monumenti, il ministro Franceschini ha confermato per L’Aquila il direttore dei Beni Paesaggistici dell’Abruzzo, Fabrizio Magani. Per i beni vincolati sono stati avviati 101 cantieri.