Landini al premier: patto per lo sviluppo. E Camusso: “Senza risposte pronti alla mobilitazione”. Il leader della Fiom scrive su Repubblica una lettera aperta a Renzi: “Per una ripresa dei consumi va ridotta la tassazione a partire sui redditi da lavoro più bassi”. La Cgil annuncia lotta dura al governo. La risposta del presidente del Consiglio: “Ascolteremo tutti, ma sappiamo cosa fare e decidiamo per le famiglie, non per le parti sociali”
ROMA – “La democrazia è a rischio nel nostro Paese se non si combattono la disoccupazione e la precarietà”. Lo afferma il leader della Fiom Maurizio Landini, che in una lettera indirizzata a Matteo Renzi dalla prima pagina di Repubblica propone al presidente del Consiglio un patto per lo sviluppo. Di rincalzo, anche il segretario della Cgil Susanna Camusso, che negli ultimi giorni non ha risparmiato al premier dure critiche, chiede al governo risposte concrete e si dichiara pronta allo sciopero: “Se non ci ascolta, se le richieste avanzate dal sindacato su lavoro e fisco non saranno accolte e si andrà in direzione contraria, siamo pronti alla mobilitazione”, ha detto il leader del sindacato nelle conclusioni dei lavori del comitato direttivo che si è tenuto in Corso d’Italia a Roma.
“Secondo noi – spiega invece Landini nella sua lettera a Repubblica – sono da evitare interventi a pioggia. Bisogna individuare delle priorità. Ad esempio, ogni euro pubblico a favore delle imprese deve essere vincolato a quanti posti di lavoro si difendono e si creano. Vanno resi possibili forme di credito e di finanziamento agli investimenti a tassi agevolati per le piccole e medie imprese, incentivando la costituzione di reti d’impresa”.
Secondo Landini “non serve a nulla una riduzione generalizzata e non selettiva del cuneo fiscale. Per una ripresa dei
consumi la tassazione va ridotta a partire da una riduzione dell’ Irpef sui redditi da lavoro più bassi e ripristinando una vera tassazione progressiva”.
Landini sollecita “forme di reddito minimo universale” e “cancellare l’articolo 8 della legge 148 del 2011, con cui si è permesso di derogare ai contratti nazionali”. Per quanto riguarda le risorse con cui realizzare tutto ciò, indica “misure straordinarie” come “la tassazione delle rendite finanziarie l’istituzione di una patrimoniale, privilegiare la riduzione del peso fiscale per chi investe in Italia e reinveste gli utili anzichè distribuirli agli azionisti”. E sottolinea quindi l’urgenza di partire dal lavoro, dicendosi disponibile “a chiarire il senso e la realizzabilità” del patto “direttamente” con il premier e i ministri competenti annunciando per il 21 marzo a Roma “una grande assemblea di delegate e delegati metalmeccanici”.
Quanto alla Cgil, il sindacato chiede di destinare tutte le risorse previste per il taglio del cuneo fiscale al lavoro e non alle imprese, non limitandosi a intervenire sull’Irpef ma aumentando anche le detrazioni. Nel comitato direttivo del sindacato è stata infatti sostenuta la necessità di vere e proprie detrazioni più che intervenire solo sull’Irpef, perché questo potrebbe favorire in qualche misura gli evasori fiscali.
Alle richieste dei sindacati è arrivata in serata la risposta – pacata nei termini ma durissima nel significato – di Matteo Renzi, ospite a Che tempo che fa: “Noi ascolteremo tutti, ma sappiamo cosa fare e decideremo per le famiglie, non per le parti sociali”. Altra frecciatina ai sindacati è arrivata sul tema dei sussidi di disoccupazione, legati alla ricerca attiva di posti di lavoro: “Su questo avremo i sindacati contro. Ma ce ne faremo una ragione”.
fonte: La Repubblica
http://www.repubblica.it/economia/2014/03/09/news/landini-80570242/