È così piccola che vien da pensare che l’aeroplano non riuscirà ad atterrare in uno spazio così limitato. Eppure è la principale porta d’ingresso dall’Africa all’Europa. Un cartello al porto ricorda che queste isole (Lampedusa, Linosa e Lampione: le Pelagie) sono la parte più meridionale d’Europa 35° parallelo, più a sud di Tunisi.
E un piccolo lembo di terra ambito dai turisti e da chi fugge dalla guerra e dalla povertà. Dove qualcuno quando un barcone affonda non prova pietà e qualcun altro offre ospitalità, cibo rifugio. Insomma Lampedusa è proprio l’isola delle contraddizioni.
La prima spiaggia che vedo sarà lunga solo 60m mi ma è così affollata che mi ricorda Rimini. Ma dove sono arrivata?
Scopro che a Lampedusa c’è il mito di Rimini, gli operatori turistici ripropongono in dimensioni ridotte il modello adriatico (in un’isola di 20 kmq). I turisti occupano durante il giorno le piccolissime spiagge e durante la notte via Roma (la via dello struscio)
Fortunatamente l’isola è anche roccia e lunghi sentieri da percorrere a piedi per raggiungere calette meno frequentate.
Difficile da comprendere: dei migranti africani di cui i media parlano da anni, il turista che arriva a Lampedusa quasi non ha percezione.Son passati pochi giorni dalla visita del Papa clicca qui per leggere il nostro articolo Dove sono le strutture che accolgono i migranti che sbarcano e soprattutto dove sono tutti i migranti?
Unica percezione: la presenza dell’esercito in numero decisamente sproporzionato rispetto al numero degli abitanti (circa 6000)
Vado al cimitero e trovo alcune lapidi che parlano di sbarchi e morti troppo spesso rimasti senza nome.
In occasione del Lampedusa Film Festival (19-23 luglio 2013), il Museo delle Migrazioni di Lampedusa e Linosa presenta al pubblico le sue prime attività di archivio e documentazione inaugurando la mostra Con gli oggetti dei migranti (fotografie, agendine telefoniche, scarpe, diari, vestiti, utensili, lettere).
Venerdì la via dello struscio alle 18 viene invasa in modo pacifico da una manifestazione di migranti ma a quell’ora i turisti stanno in spiaggia; circa 200 immigrati, hanno organizzato una improvvisata manifestazione di protesta lungo le strade dell’isola. Usando striscioni e cartelli scritti in arabo, hanno manifestato contro l’identificazione con le impronte digitali. Su uno striscione si legge in inglese: “No finger print by force. World help us”, cioè “no alle impronte digitali. Il mondo ci aiuti”.
‘o scia’
Nel dialetto lampedusano “o’scia’” vuol dire” fiato mio” è una espressione affettuosa usata per salutare le persone.
Luisella Sudati