Che il riuso dell’area ex Alfa Romeo rischi di non produrre alcun beneficio per il nostro territorio è ben chiaro a Sinistra Ecologia e Libertà che, negli anni, ha sempre votato contro all’Adp in tutti i livelli istituzionali. Un accordo di programma che si propone la realizzazione di un inutile megacentro commerciale ratificato da una Giunta regionale in scadenza, dal Commissario Comunale di Arese e dal Comune di Lainate. Un accordo di programma che esclude il comune di Rho ed il comune di Garbagnate il cui territorio si insinua come un cuneo nell’area ex Alfa. Sinistra Ecologia e Libertà chiede alla coalizione di centrosinistra ed al suo candidato Ambrosoli di dichiarare la volontà di mettere mano all’Adp per una sua revisione complessiva. A noi paiono ancora attuali le ipotesi di realizzazione di un centro produttivo legato alla mobilità sostenibile ed al settore auto come era nelle apparenti intenzioni di tutti i soggetti istituzionali coinvolti.
In questa situazione non si riesce nemmeno a chiudere in modo concordato e condiviso la questione della salvaguardia del reddito e del lavoro per le poche decine di dipendenti ex Innova Service ancora presenti nell’area di Arese e ormai senza salario da mesi e senza concrete prospettive occupazionali.
Dopo due anni di trattative e di tentativi di conciliazione, i lavoratori sono stati raggiunti da una lettera-ultimatum (prendere o lasciare) a firma ARIFL che, a fronte dell’erogazione di forme di sostegno al reddito, non garantisce nessuna seria possibilità di rioccupazione dei lavoratori e nemmeno limita il comprensorio territoriale di riferimento.
Questa ipotesi, non condivisa con il sindacato dei lavoratori, sembra far parte di un’intesa più complessiva incomprensibilmente secretata.
Chiediamo al Commissario ad acta di riaprire e mantenere aperto un reale tavolo di trattativa con il sindacato con l’obbiettivo di addivenire ad un accordo che, oltre a forme di sostegno al reddito, offra prospettive occupazionali ai lavoratori rimasti.
In tal senso ci parrebbe utile sospendere e dilazionare il termine ultimativo di 7 giorni contenuto nella nota consegnata ai lavoratori.
Comprendiamo la complessità e la delicatezza della situazione, ma ci pare che, in uno stato di forte crisi economica, non sia ragionevole lasciare dei lavoratori in mezzo ad una strada, soprattutto se nell’area in parola si favoleggia di migliaia di nuovi posti di lavoro che si renderebbero disponibili nel corso del prossimo triennio.
Un serio sforzo di responsabilità sociale di impresa dovrebbe essere messo in capo dai proprietari delle aree. Sinistra Ecologia Libertà – Federazione di Milano