di Umberto Billo.
Notizie dalla TUNISIA: due giorni fa su alcuni quotidiani italiani veniva accennata una notizia (piccola piccola?) sulla Tunisia, senza il rilievo che io credo avrebbe meritato.
Si trattava della compilazione, con relativa votazione, degli articoli fondamentali della Costituzione di quel paese che, prima di diventare colonia Francese, fu legato per molti anni all’Italia dal punto di vista economico e che contava su una nutrita popolazione di immigrati Italiani, per lo più commercianti.
Abbiamo assistito tutti con favore e con molta speranza alla famosa “primavera araba” di tre anni fa, iniziata proprio in Tunisia con il suicidio di protesta di un giovane ingegnere che per campare faceva il venditore ambulante, suicidio provocato dal ritiro del permesso di vendita.
La fuga del presidente Ben Alì, autoproclamatosi nei decenni precedenti presidente e vincitore di numerose elezioni truccate, succeduto a Bourghiba eroe dell’indipendenza tunisina, come ricordiamo tutti aveva acceso in molti paesi arabi e del golfo una vasta ondata di proteste e manifestazioni, finite con la cacciata dei presidenti-padroni in Egitto ed in Libia e con repressioni pesanti in Yemen e nel Bahrein.
Ma torniamo alla Tunisia, che dopo la vittoria elettorale del partito islamista moderato Hannada, incapace di fermare l’assassinio di due dei maggiori leaders della sinistra, è riuscita a riunire una assemblea costituente che ha definito l’Islam come religione di stato, più o meno come in Spagna e in Italia escludendo la Sharia come fonte della legge ma, e qui viene la parte importante, ha approvato l’art. 20 che stabilisce l’uguaglianza assoluta tra uomo e donna, e questo fatto anche se scontato per noi europei è in realtà straordinario per un paese del Nord Africa.
L’altro articolo importante approvato è l’art. 45 che dice più o meno testualmente che l’uguaglianza tra uomo e donna deve essere estesa anche alle cariche pubbliche compreso il parlamento, un invito chiaro a promuovere la partecipazione delle donne con numeri significativi.
Io credo che questo articolo della costituzione tunisina rappresenti un momento importante del contributo che le donne possono dare alla società, (qualche anno fa si sarebbe parlato di emancipazione delle donne), quasi più avanzato delle nostre leggi e procedure che riguarda la materia, e ci faccia riflettere sui tanti luoghi comuni diffusi in occidente sulla cultura araba e sul rapporto tra donne e uomini in quei paesi.
E a questo proposito vorrei ricordare ai tanti smemorati che affollano il nostro paese che il grande patrimonio scientifico e matematico della cultura degli antichi greci e romani è arrivato fino a noi grazie alle trascrizioni dei letterati e dei sapienti arabi vissuti dal VII al X secolo della nostra era e che interi pezzi della medicina della matematica (compreso lo zero) e dell’astronomia sono il frutto di pensatori arabi e persiani e che il mondo è abbastanza grande per contenerci tutti, senza guerre e odi etnici e nazionalistici.
Leggi il precedente articolo di Umberto