La sinistra in Europa

Di Angelo Gerosa. A fare notizia è l’avanza della destra populista e xenofoba ma, i sondaggi elettorali del vecchio continente, evidenziano anche previsioni positive per le forze politiche del GUE (sinistra unitaria europea). Un dato interessante, anche se non omogeneo, come possiamo vedere da questa mia semplice (e certo non esaustiva) raccolta dati:

Islanda: Partito Pirata 25%

Grecia: Syriza 24% (+ 8% al Partito Comunista che però non aderisce al GUE)

Cipro: Akel 24%

Spagna: Podemos-IU 21% (39% nei Paesi Baschi con EHB)

Portogallo: 18% (10% Blocco delle sinistre e 8% Partito Comunista-Ecologisti)

Irlanda: SinnFein 15%

Repubblica Ceca: Partito comunista 14%

Francia: Malencon (candidato presidente del Fronte della Sinistra) 13%

Olanda: Partito Socialista 12%

Germania: Linke 9% (16% a berlino)

Finlandia: Alleanza della Sinistra 9%

Slovenia: Sinistra Unita 6%

Polonia: Razem 5 %

Svezia: Partito della Sinistra 4%

Dati che evidenziano notevoli performance per i movimenti capaci di aprirsi al nuovo contesto sociale e farsi interpreti del fortissimo disagio economico, in particolar modo giovanile.

In una Europa in cui si apre progressivamente ed inesorabilmente la forbice tra ricchi e poveri le forze che contrastano apertamente la diseguaglianza sociale trovano ascolto. E non solo in Europa come dimostra Sanders negli USA.

Nota: con le elezioni del 2014 il gruppo parlamentare GUE-SVE (sinistra europea-verdi nordici) è passata da 34 a 52 deputati aggregando anche forze di diversa estrazione come gli indipendentisti baschi e nord-irlandesi (3 seggi), gli animalisti di Germania e Olanda (2 seggi) e gli antieuro danesi (1 seggio).