Sesto è scesa in piazza. Ovviamente parlo di Sesto San Giovanni, ma per chi la ama, solo Sesto, la grande Sesto.Lo ha fatto venerdì 18 gennaio dalle 16 alle 23, in piazza della Resistenza davanti alla sede del Municipio. Lo ha fatto con una grande “festa” di protesta alla decisione del sindaco Roberto Di Stefano, di dare il benvenuto a CasaPound. Il primo cittadino è andato contro la legalità, contro la Costituzione, contro la democrazia, contro la libertà. Il sindaco ha infatti autorizzato il partito fascista a utilizzare un importante spazio culturale della città milanese (85.000 abitanti circa), caposaldo della resistenza partigiana. Ha affermato di averlo fatto in nome di un’ “evocata” libertà al totalitarismo che di libero non ha proprio nulla.
Di Stefano, arrampicandosi sugli specchi, cita Voltaire, grande dell’Illuminismo. Parliamo di un movimento di pensiero rivoluzionario e non solo, che scardinò “l’Antico Regime” dell ‘o Re. “Viva il re”: urlavano, per un pezzo di pane, i servi, ma poi l’illuminismo, di cui Voltaire fu uno dei “padri fondatori”, pose le basi alla rivoluzione francese e alla democrazia. Sono l’opposto della dittatura fascista.
Tornando a bomba, dopo questa brevissima sintesi di storia per sottolineare quanto una citazione sia inopportuna e errata, tanti a Sesto hanno ribadito che il fascismo non lo vogliono, che non si può tornare indietro, che centinaia di morti ( elencati durante il lungo pomeriggio) hanno il dovere e non solo il diritto, di essere rispettati. Si sa noi italiani abbiamo la memoria corta e se per decenni abbiamo fatto la “pacchia”, e parliamo dal boom economico fino alla “Milano da bere”, (giù di lì), il merito è stato di Benito, morto nel 1945. Non è stato di chi si è sacrificato per un benessere che poi si è dissolto e che si sta trasformando in recessione e nuovamente in dittatura.
La manifestazione di venerdì, al cui svolgimento il sindaco ha posto notevoli difficoltà, difendendo i fascisti di CasaPound ha ottenuto una grande successo. I partecipanti? Difficile contarli, un continuo via vai, dalle 16 fino alla conclusione. I giornali “autorevoli” dicono un migliaio, ma i flussi erano continui e la piazza si è svuotata solo verso fine serata. Tante le bandiere, i giovani, i maturi, gli anziani, i bambini; tutti uniti nel nome dell’antifascismo. Numerosissimi gli interventi intercalati da musiche e balli.
Nota di merito va alla banda degli Ottoni e a Aurelia Delfino, che ha danzato un continuo “Haka democratico”, (i Maori erano più aggressivi), in nome della libertà. Ha ballato per tante ore, instancabilmente. Ricordiamo poi il violino di Mariela Valota, le letture di Ida Spalla, gli interventi di artisti quali Renato Sarpi e Giuliano Barbanti, sempre impegnati nel sociale. Si sono susseguite riflessioni autorevoli come quello della presidente nazionale dell’Anpi, Carla Nespolo, del deputato del Partito democratico Emanuele Fiano, dell’ex sindaco di Sesto Giorgio Oldrini. E tanti altri. Numerose le personalità locali, i partiti le associazioni, i movimenti giovanili e studenteschi. Difficile contarli tutti.
La richiesta unanime è quella di sciogliere le forze dichiaratamente fasciste che ripetiamo sono incostituzionali, nel momento in cui la nostra Costituzione è di spirito antifascista. Si sa però che il nostro limite, oltre la poca memoria storica, è quel retaggio culturale di “familismo amorale” dove ognuno pensa per sé, dove purtroppo manca una coscienza collettiva, democratica, unitaria. Un problema tutto italiano per citare Banfield importante sociologo americano.
Sottolineiamo le ultime parole del discorso coinvolgente di Michele Foggetta, segretario Sinistra Italiana/ LeU della città. Parole ora più che mai opportune e necessarie, che sdridono con quelle impropriamente utilizzate dal sindaco “democratico” del povero Voltaire, ribaltatosi nella tomba. Dice, visibilmente emozionato il giovane politico: “Cito Antonio Gramsci: vivo sono partigiano per questo odio chi non parteggia, odio gli indifferenti”. Conclude Foggetta, dopo questa importante citazione: “Chiedo a tutti noi di rimanere partigiani, di rimanere RESISTENTI come tutti gli antifascisti che abbiamo perso. Di rimanere resistenti e partigiani come questa piazza che oggi, durante tutta la giornata, è stata, è, e sarà più partigiana e più resistente di quanto non sia mai stata”.
La redazione