La resistibile ascesa

di Renzo Baricelli. Dopo la relazione di Renzi alla direzione del suo partito si può constatare che si sono verificate alcune cose, da teneremolto sott’occhio.Prendiamone in considerazione quattro:

A) : E’ cresciuta tra gli italiani l’idea che sia meglio la elezione diretta del “capo” del governo con l’illusione che questo servirebbe a porre fine alle “manovre di palazzo”. Perciò oggi è ancora più arduo rendere consapevole  l’opinione pubblica della negatività di una elezione plebiscitaria del  presidente del consiglio dei ministri o del  presidente della republica.  Oltretutto in assenza di contrappesi e chiare norme di controllo atte ad impedire abusi. Soprattutto, l’elezione diretta sarebbe un sovvertimento gravissimo del sistema di democrazia diffusa e partecipata, come è sancito e voluto dalla nostra costituzione. In sostanza non si darebbe più potere agli elettori, anzi una volta che hai votato non conti più niente perchè, come stanno le cose in Italia, avresti dato un potere enorme e un mandato in bianco a una sola persona.

B) :   E’ stato dato nuovo foraggio ai padroni del marchio “5 stelle” per continuare a lucrare sulla esasperazione dei cittadini per le azioni incomprensibili della politica. E’ facile prevedere che  la forte astensione dal voto in Sardegna  verrà usata dai padroni del marchio per  dire che non sono abbandonati dai loro elettori persino dove, in assenza di liste 5 stelle, potevano votare altri partiti ma non l’hanno fatto. E temo che nei prossimi giorni ne avremo conferma dagli studiosi dei flussi elettorali.

C): Smisurata ambizione = smisurata astensione. Questo è quanto si può constatare per il forte calo di partecipazione alle votazioni per la elezione dei segretari regionali del Pd.

D) : Questo quarto punto rigurda il linguaggio. Non è una questione semplice ma a me pare che sia opportuno richiamare su di essa l’attenzione. Mi rifersisco al linguaggio di Renzi e dei dirigenti del Pd da lui nominati. Secondo me dire che usano un linguaggio banale non risolve la questione. Non va sottovalutato l’impatto che ha sulla comunicazione politica. E’ un linguaggio’ certamente diverso da quello violento di Grillo e soci e altrettanto diverso  da quello cosidetto populista   di Berlusconi.  Il linguaggio di Renzi, a mio parere ha una  negatività che dovrebbe preoccupare, dovuta a una tecnica che definirei di “ambiguità mascherata”. La tecnica consiste nell’uso di  affermazioni elementari  tipiche dell’annuncio pubblicitario. Cioè affermazioni  che si sottraggono alla necessità di dimostrare la bontà dei contenuti e, allo stesso tempo si sottraggono  alla possibilità di essere confutate. Perchè si presentano come fossero verità apodittiche. Per confutarle occorrerebbe una risposta articolata e complessa, impossibile ad esempio in televisione o alla radio o sui social. Il linguaggio usato dalla politica ha sempre avuto una parte decisiva nella costruzione del consenso. Perciò sarà necessario prestare molta attenzione a quello di Renzi e si è forse già perso troppo tempo. Penso che dovrà nascere una forma di linguaggio capace di smascherare la pericolosa “ambiguità mascherata”.  I nostri dirigenti ed anche gli esperti di comunicazione  dovrebbero dare una mano.

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