La politica affonda anche i porti

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Gli scali marittimi italiani sono il rifugio dei politici trombati.
Risultato: servizi inefficienti, lenti e costosi. Così le navi li evitano. E preferiscono il Nord Europa.
Le grandi navi che trasportano merci dall’Oriente verso l’Europa passano dal Canale di Suez. Virano verso Cipro, affiancano l’isola di Malta e quando intravedono il tacco d’Italia fanno il giro largo, per stare il più lontano possibile dai nostri disorganizzati porti.
Preferiscono navigare quattro giorni in più e attraccare ad Anversa, Rotterdam o Amburgo, piuttosto che incappare nella ragnatela della burocrazia italiana. Così, paradossalmente, un container che deve andare da Singapore a Milano, ci mette meno tempo se il suo trasporto marittimo si conclude in Olanda anziché a Genova.
Un’assurdità che spinge un terzo degli imprenditori della pianura Padana a rivolgersi ai porti del Nord Europa anziché a quelli nazionali. Per una questione di tempi ma pure di quattrini. Infatti, in Italia, secondo i calcoli di Fedespedi, la federazione degli spedizionieri, il costo medio dei servizi portuali è di 1.006 euro. per continuare a leggere cliccare: http://espresso.repubblica.it/affari/2013/11/06/news/la-politica-affonda-anche-i-porti-1.140240