LA MANIFESTAZIONE FLOP DEL PDA

Alla manifestazione flop di domenica 4 agosto a Roma, organizzata ad onore e gloria del Pregiudicato di Arcore (PdA), erano presenti secondo gli organizzatori 25.000 persone. E cioè non più di 5.000 fedeli, essendo universalmente noto che Berlusconi è un bugiardo patologico – lo diceva uno che certamente di sinistra non è mai stato, come Indro Montanelli – e che il Pdl è a sua immagine e somiglianza, secondo una che se ne intende, e cioè Daniela Santanché: “Berlusconi è il PdL, il PdL è Berlusconi”! Per fare posto al palco (abusivo) da cui il PdA ha arringato la folla, è stata distrutta buona parte della segnaletica stradale, fra cui un palo di divieto di sosta divelto seduta stante. Il che ci conferma – anche nelle piccole cose – quanto profondo sia il senso dello stato e della cosa pubblica negli animi dei berlusconiani. All’amministrazione comunale di Roma che ha protestato ha risposto con grande pacatezza ed eleganza Fabrizio Cicchitto che così ha commentato: “Il sindaco è un cretino”.
Il PdA non ha voluto deludere il suo popolo. “Io sono qui, io resto qui, io non mollo” ha detto bellicosamente. Alla fine della manifestazione però, il PdA si è commosso fino alle lacrime. Ed è la seconda volta nel giro di qualche giorno che succede. La prima era stata durante il comizio televisivo a reti Mediaset unificate trasmesso subito dopo la sentenza della Corte di Cassazione che sanciva in via definitiva che il PdA è un evasore fiscale conclamato e recidivo. Questa nuova versione di politico piangente, dopo le innumerevoli e sempre diverse versioni precedenti (presidente operaio, uomo del fare, campione della riforma della giustizia contro i giudici politicizzati, difensore dell’Italia che non bisogna consegnare alla sinistra, statista responsabile, ecc.), testimonia di un grande attor comico che disinvoltamente e con professionalità passa da un copione all’altro con grande naturalezza. Oppure – altra ipotesi – la commozione è stata sincera, dato che negli ultimi giorni il PdA qualche conto se lo sarà pure fatto quanto a perdita di immagine e di dané dopo la sentenza che lo riguarda. Per non parlare della tanto agognata riforma della giustizia che sarebbe impossibile portare in porto senza stare al governo. In ogni caso forse qualcuno nel PdL si starà chiedendo se per caso il capo – con tutte quelle lacrime – non sia un po’ “bollito”.
Per regalarci qualche minuto di sana allegria, sarebbe utile riportare una breve antologia delle frasi scritte sui cartelli e urlate durante il comizio del capo, tipo: “martire della libertà”, “ch’hann scassat o’ cazz” (leggiadramente scritta sulla T shirt della Mussolini), “sei come Giulio Cesare (qualcuno l’ha capita questa?), ecc. Ma sarebbe inutile. Ciascuno di noi può immaginarsele. Basta pensare che il PdA sia papa Francesco (sì, lo so, è quasi impossibile per una persona normale) e poi fare lodi esagerate dedicate a questa nuova figura mista un po’ sacrilega (chiedo scusa ai credenti). Ed ecco compilata la lista ad uso e consumo del nostro divertimento.
Ma torniamo all’oceanica manifestazione. Alla fine, dopo tante roboanti e bellicose dichiarazioni, la decisione presa è stata terra terra: continuare a sostenere il governo ed evitare nuove elezioni a breve. Forse il PdA – dopo aver consultato i suoi sondaggisti – non è poi così sicuro di vincere alla prossima tornata elettorale, o forse questo governo è il migliore possibile per i suoi interessi di bottega. O forse tutt’e due. In attesa di capirci di più, attendiamo – senza illuderci più di tanto – qualche delucidazione da parte del Pd, che continua fare il pesce in barile.
di Bruno Carchedi