La forbice maledetta

Mercoledì 8 gennaio, è come se un abile regista avesse messo in scena lo spettacolo del contrasto tra la parte del paese condannata ai sacrifici e la parte del paese garantita nei privilegi.
Il governo imponeva agli insegnanti la restituzione a colpi di 150 euro mensili dello scatto di anzianità maturato negli anni scorsi e, nel contempo, si opponeva alla proposta di mettere mano alle pensioni d’oro avanzata dall’opposizione in Parlamento.
La stangata sugli insegnanti è poi rientrato, grazie soprattutto all’intervento di Renzi, vero e proprio “badante” di un esecutivo in evidente difficoltà, ma l’assurdo diniego alla rivisitazione delle pensioni d’oro è rimasto.
Ha fatto il giro dei TG l’immagine della cinquantanovenne insegnante della scuola media romana che sbandierava innanzi alla telecamera la busta paga da 1350 euro che il governo aveva decretato di ridurre a 1.200 euro, fingendo di non conoscere l’enorme responsabilità, professionalità e formazione richiesta a quello che è il mestiere più importante per l’avvenire dell’Italia.
Nessuna telecamera ha inquadrato invece uno dei 300.000 cedolini dei pensionati d’oro. Cedolini con cifre dai 5.000 euro in su, di cui, mediamente, oltre un terzo non coperto dai contributi versati.
Un popolo di ex professionisti ed ex dirigenti che, oltre a godersi i proventi di liquidazioni altrettanto d’oro, spesso svolgono anche altri lavori e consulenze.
Un occhio di riguardo per una parte fortunata dell’Italia che fu ed un manifesto menefreghismo nei confronti delle generazioni future.
Generazioni future a cui si prospetta una scuola depauperizzata, una università sempre meno accessibile, un lavoro all’estero ed una pensione da fame!
In questo spettacolo, veramente imbarazzante, si è dato modo alla postfascista Giorgia Meloni di fare da portabandiera delle nuove generazioni.
In 5 anni di crisi la forbice tra chi stà meglio e chi stà peggio si è scandalosamente allargata. Sempre più lusso e sempre più miseria. Sempre più sprechi e sempre più disperazione.
Se come sinistra vogliamo riconquistare la fiducia del mondo del lavoro e dei giovani dobbiamo trovare il coraggio di affrontare a muso duro questa crudele realtà. Dobbiamo restringere la maledetta forbice.
Altrimenti rassegnamaoci: non manca chi ambisce a raccogliere il consenso del terzo e del quarto stato. Dalla rautiana Meloni al populista Berlusconi, passando per il caudillo Grillo.
Angelo Gerosa