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Il gestore di un sito condannato per il commento diffamatorio di un lettore ai danni di Carlo Tavecchio, presidente della Federazione Italiana Gioco Calcio. È la prima volta che la Cassazione si esprime in merito, andando contro una sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo
di ALESSANDRO LONGO – 02 gennaio 2017
“Adesso, con questo orientamento che per la prima volta arriva in Cassazione, rischia di essere molto difficile gestire un sito web che abbia commenti”, dice Fulvio Sarzana, avvocato penalista specializzato in diritto su internet. “I gestori dovrebbero controllare ogni commento, chiedersi se può essere o no diffamatorio. Anche di quelli non anonimi”, aggiunge. La questione rischia di avere ricadute notevoli sul sistema dell’informazione web. È facile riscontrare che molti siti, anche testate giornalistiche, o collegati a gruppi politici (si pensi a quello di Beppe Grillo) contengono commenti con una forte carica diffamatoria. “Il gestore sarà costretto a scegliere tra il minore dei mali. Rischiare una condanna, scegliere di censurare preventivamente commenti o togliere questa possibilità agli utenti, con grave danno alla libertà di espressione”, continua Sarzana. Bisognerà vedere inoltre se, per lo stesso principio, bisognerà doversi preoccupare anche dei commenti che gli utenti mettono sotto un nostro post Facebook (o se piuttosto non ne sia responsabile Facebook).
La sentenza colpisce anche perché la giurisprudenza sembrava finora orientarsi in modo diverso: la Corte di Giustizia europea ritiene non responsabili i gestori anche per commenti anonimi. A novembre scorso è stato assolto in appello Massimiliano Tonelli, fondatore del sito Cartellopoli (sul degrado di Roma). In primo grado era stato condannato a nove mesi di carcere per istigazione a delinquere in merito ad alcuni commenti anonimi. Sembrava ormai tramontata la precedente linea interpretativa, che aveva invece portato alla condanna nel 2014 al gestore di Nuovocadore.it. Invece adesso la Cassazione entra nel merito per la prima volta e sentenzia. I gestori di siti sono avvisati. Ma non solo loro, tutti gli utenti. Considerando che chiunque sul web può gestire un sito o un altro spazio web, con i suoi (a volte pericolosi) commenti.