Studenti in corteo: “Stop Jobs Act”. Scontri vicino al Senato
Universitari, precari, sindacati di base a Palazzo Madama, dove si discute la riforma del lavoro varata dal governo Renzi. Spintoni e lancio di petardi contro le camionette degli agenti. Poi gli scontri in via delle Botteghe Oscure, feriti alcuni giovani con il volto sanguinante. Slogan contro Gianni Alemanno e Massimo Carminati
di VIOLA GIANNOLI
Tutti al Senato al grido di “Stop Jobs Act”. Sfila per le vie del centro di Roma il corteo organizzato dal Laboratorio nazionale dello sciopero sociale, partito dalla stazione Colosseo della metro B. In testa lo striscione “Stop Jobs Act! Per salario minimo europeo e reddito di base, no Sblocca Italia – no Piano scuola”. In marcia più di un centianio tra precari, studenti medi e universitari, associazioni, sindacati di base, che a largo Sant’Andrea della Valle si sono uniti agli attivisti in arrivo da Napoli, Bologna, Pisa, Padova e Venezia. Qui la tensione è salita: sono state lanciate uova, fumogeni colorati e un petardo contro le camionette delle forze dell’ordine che presidivano il Senato, poi spintoni con i finanzieri in via di Torre Argentina, gli agenti hanno respinto una trentina di giovani e gli altri sono rimasti indietro. Alla fine, i manifestanti, alcuni con il volto coperto, sono tornati in via del Plebiscito diretti a piazza Venezia, ma sono stati bloccati dagli agenti. La situazione è degenerata: dopo mezz’ora di trattativa con le forze dell’ordine, in via delle Botteghe Oscure, gli agenti hanno temporeggiato prima di spostarsi, i manifestanti hanno tentato di avanzare e sono partite le cariche, “intervento di contenimento”, come le hanno definite fonti di polizia. Una quindicini tra contusi e feriti, compresi alcuni studenti con il volto sanguinante. Sono state chiuse le vie attorno a Largo Argentina e a piazza Venezia e i manifestanti si sono concentrati in piazza dell’Enciclopedia italiana. Poi il corteo cè ripartito in direzione Colosseo. Secondo i manifestanti “sono due i fermati”.
Numerosi i cartelli esposti durante la protesta come “Basta precarietà”, “Reddito per tutti”, “Il vero degrado è il lavoro gratuito”. E non sono mancati slogan contro Gianni Alemanno e Massimo Carminati, l’ex sindaco indagato e l’ex Nar arrestato nell’indagine ‘Mondo di mezzo’ sugli intrecci tra mafia, politica e affari nella capitale che ha portato all’arresto di 37 persone. “Chi ha scritto il Jobs Act andava a cena con la cricca di Carminati e Alemanno. Vergognatevi!”, hanno urlato dal camion i manifestanti.
E’ una giornata di contestazione a un decreto infame, che riscrive in peggio le regole del mercato del lavoro e stabilizza la condizione di precarietà”, spiegano gli organizzatori, annunciando: “Se oggi viene approvato il Jobs Act, nei prossimi giorni e nelle prossime settimane saremo in strada in tutta Italia per continuare a combattere”. L’appello è “alle sensibilità democratiche che ancora resistono nel Senato della Repubblica a tradurre le parole in fatti facendo ostruzionismo e opposizione in ogni modo all’approvazione della legge”.